Quello dell’influencer marketing è un terreno nuovo su cui si muovono da qualche anno le aziende che intendono pubblicizzare i loro prodotti sfruttando la visibilità di persone che vantano un importante seguito sui social network.
Indubbiamente si tratta di un modello di marketing che in primo luogo è estremamente fruttifero, in quanto consente di selezionare accuratamente il target cui rivolgere la propria comunicazione, inoltre è fortemente immediato, in quanto l’azienda contatta direttamente l’influencer, o la sua agenzia, e la collaborazione può iniziare in tempi brevi.
Ciò che però è opportuno tenere a mente è che tra le parti viene stipulato un vero e proprio contratto di collaborazione a fini pubblicitari, dunque è necessario che vengano rispettate le regole che disciplinano le attività di marketing.
Abbiamo già avuto modo di occuparci del rapporto tra l’attività dell’influencer ed i contratti di sponsorizzazione: in quella sede, abbiamo visto che il codice del consumo, all’articolo 22, stabilisce che il professionista debba esplicitare l’intento commerciale della propria attività laddove questo non risulti evidente, con lo scopo di evitare che il consumatore possa assumere una decisione che non avrebbe altrimenti preso e, al contrario, agevolare una scelta ragionata e consapevole.
Ciò significa che ogni volta che un influencer pubblicizza un prodotto, l’attività di sponsorizzazione deve essere chiara ed evidenziata nel relativo articolo o nel post, segnalando la collaborazione con il brand utilizzando diciture come “paid partnership with…” oppure “advertisement”, o ancora “ad”.
Recentemente, l’autorità antitrust ha avviato un’istruttoria per pubblicità occulta nei confronti di alcuni influencer che sono seguiti da milioni di persone: in particolare, nel mirino dell’indagine sono finiti Stefano De Martino, Stefano Sala e Cecilia Rodriguez, i quali avrebbero svolto attività di sponsorizzazione di un dispositivo per scaldare il tabacco prodotto da Bat Italia S.p.A. senza però esplicitare la natura pubblicitaria della comunicazione, invitando i propri followers a condividere contenuti corredati da hashtag collegati alla campagna pubblicitaria.
Dal canto suo, la società Bat S.r.l. si è detta “convinta della correttezza del proprio operato” e “fiduciosa che l’esito dell’istruttoria confermi la legittimità dello stesso”.
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