Dalla scelta della wedding planner al contratto: quali aspetti legali considerare per organizzare il matrimonio in tranquillità e senza sorprese.
Organizzare un matrimonio è un’esperienza emozionante… ma anche complessa. Per questo sempre più coppie scelgono di affidarsi a una wedding planner, una figura professionale che si occupa di pianificare ogni dettaglio del grande giorno.
Ma cosa dice la legge in merito? Esiste una normativa specifica? E soprattutto: come possono tutelarsi gli sposi, nel caso qualcosa vada storto?
La normativa
La professione di wedding planner, in Italia, non è regolamentata da una normativa specifica.
Si tratta quindi di un’attività che rientra tra le “libere professioni non organizzate”, ai sensi della Legge n. 4/2013.
Questo significa che chi esercita questo mestiere non ha l’obbligo di iscriversi a un albo, né di possedere requisiti particolari, ma deve comunque rispettare le norme generali su trasparenza, correttezza, obblighi fiscali e contrattuali.
Alcune wedding planner si associano ad enti di categoria o frequentano corsi professionalizzanti, ma non si tratta di un requisito legale obbligatorio.
Per gli sposi, questo si traduce in un principio fondamentale: l’unica vera tutela è il contratto.
Nulla vieta di accordarsi a voce o tramite scambi informali di email, ma è sempre consigliabile mettere tutto nero su bianco, anche con un documento semplice, che specifichi chiaramente i servizi richiesti, i tempi, i costi e le responsabilità.
Come tutelarsi quando si ingaggia una wedding planner
Quando si sceglie una wedding planner, la fiducia è importante, ma da sola non basta.
Ecco alcuni aspetti legali e pratici che gli sposi dovrebbero considerare per evitare brutte sorprese:
- Chiedere un contratto dettagliato, che elenchi tutte le prestazioni comprese (es. sopralluoghi, selezione fornitori, coordinamento del giorno del matrimonio, ecc.), le scadenze e i costi complessivi. Se ci sono servizi esclusi o da pagare a parte (come location, catering, fotografi), è bene specificarlo chiaramente.
- Verificare chi paga i fornitori. In molti casi, la wedding planner agisce da intermediaria, ma i contratti con i fornitori (ristorante, fiorista, musica…) sono firmati direttamente dagli sposi, che ne rispondono anche economicamente. Meglio quindi sapere fin da subito se i pagamenti passeranno attraverso la wedding planner o se ogni fornitore verrà saldato separatamente.
- Inserire una clausola per penali e inadempimenti. Cosa succede se il matrimonio viene annullato? Se un servizio promesso non viene erogato? Se la wedding planner non si presenta? Anche in questi casi, meglio accordarsi prima: può bastare una clausola che preveda il rimborso delle somme non dovute, o un indennizzo per eventuali disagi.
- Richiedere una fattura o ricevuta fiscale, come per qualunque prestazione professionale. È un elemento essenziale non solo ai fini fiscali, ma anche per dimostrare l’avvenuto incarico in caso di controversie.
Infine, un consiglio che vale sempre: scegliere con cura e informarsi bene, magari cercando recensioni, esperienze di altri sposi o chiedendo se la wedding planner lavora in collaborazione con fornitori affidabili. A volte basta una chiamata in più o un confronto diretto per capire se ci si può davvero fidare.
Ti sei mai affidato ad una wedding planner? Raccontaci la tua esperienza!
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