Vediamo oggi cosa si può fare nel caso di erronea iscrizione nel registro dei debitori inadempienti.
Molte persone si sono trovate nella situazione di dovere richiedere un prestito o un finanziamento: per l’acquisto di un immobile, per sostenere delle spese mediche o per il semplice desiderio di acquistare un’auto nuova.
Tuttavia, forse non tutti sanno che, nel momento in cui si ottiene il finanziamento, si viene automaticamente iscritti nei Sistemi di Informazioni Creditizie. Ma cosa sono?
I Sistemi di Informazioni Creditizie (S.I.C.) sono degli archivi che contengono tutte le informazioni relative ai prestiti erogati e alla restituzione delle somme così ottenute. In Italia i principali sono tre: CRIF (centrale rischi finanziari), Experian e CTC (consorzio tutela del credito).
Questi registri permettono agli istituti finanziari di valutare l’affidabilità creditizia del cliente, in modo da poter decidere se erogare o meno il finanziamento.
Se si paga in ritardo anche solo una rata del finanziamento, si viene segnalati all’interno del S.I.C. come cattivi pagatori. Infatti, quando il mancato pagamento si protrae per almeno due mesi consecutivi, la banca segnala il correntista al Sistema Informativo, il quale lo inserisce nell’elenco dei debitori insolventi.
La funzione di questo meccanismo è quella di consentire a banche e finanziarie di conoscere la storia creditizia di quanti si rivolgano loro per ottenere un prestito. In questo modo si possono conoscere pagamenti mancati o ritardati, precedenti insolvenze o l’emissione di assegni scoperti.
L’immediata conseguenza sarà che, in presenza di informazioni negative, il soggetto sarà considerato di scarsa affidabilità e ciò gli renderà difficile un ulteriore accesso al credito.
E’ evidente dunque che essere segnalato come cattivo pagatore è una circostanza piuttosto scomoda, stante il probabile rifiuto delle banche di accordare ulteriori prestiti.
Oltretutto, non è sufficiente mettersi in regola con i pagamenti per ottenere l’immediata cancellazione dal registro: infatti la legge prevede che la segnalazione rimanga visibile sul S.I.C. per un periodo di tempo che varia in base alla gravità dell’insolvenza:
- 12 mesi, per ritardi nel pagamento di una o due rate;
- 24 mesi, per ritardi nel pagamento di 3 o più rate;
- 36 mesi in caso di morosità gravi.
Ancora più spiacevole, però, è scoprire di essere stati segnalati come cattivi pagatori a causa di un errore proprio dell’istituto finanziario.
È ovviamente possibile chiedere, in questo caso, l’immediata cancellazione dell’informazione errata, quando si dimostri che la segnalazione sia frutto di un errore.
Si può procedere in due modi:
- Rivolgendosi all’ente erogante del credito, affinché avanzi istanza di cancellazione;
- Interpellando direttamente il S.I.C. di riferimento, che comunque contatterà l’ente creditore per ottenere conferma dell’erronea segnalazione.
Oltre alla cancellazione dell’informazione scorretta, il correntista potrà inoltre ottenere un risarcimento per il danno che tale errore gli ha arrecato.
Questo è quanto stabilito dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 16659/2017, nella quale la Corte afferma che è possibile ottenere un risarcimento, ma per ottenerlo non è sufficiente il solo fatto di essere stati erroneamente inseriti nel S.I.C. Ai fini risarcitori, è necessario dimostrare che un danno sia stato effettivamente e concretamente subito, poiché, appunto, lo stesso non insorge con il semplice perfezionamento della fattispecie illecita, ma è qualcosa di distinto e cronologicamente successivo rispetto alla violazione del diritto.
Sarà quindi necessario dimostrare che la condotta dell’istituto finanziario ha intaccato la reputazione del soggetto nel sistema creditizio, avendo avuto un effetto deterrente verso l’erogazione di altri prestiti a favore del correntista o avendo danneggiato la sua reputazione commerciale.
Ti è mai capitata una situazione del genere?
Raccontaci la tua esperienza!
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