Infortunio in palestra: tutela e risarcimento

Se alla lezione di step si subisce una caduta a causa del pavimento scivoloso o la fascia elastica malauguratamente cede provocando una slogatura alla spalla si tratta di uno spiacevole infortunio in palestra per il quale è possibile essere tutelati adeguatamente.

Vediamo dunque come non trovarsi impreparati in caso di infortunio in palestra e qual è il modo migliore per chiedere risarcimento al gestore della struttura.

Sicuramente, è opportuno rivolgersi immediatamente al medico e farsi rilasciare un certificato che attesti la gravità del danno e indichi le cure mediche adeguate. Buona prassi è conservare sempre tutte le ricevute dei pagamenti effettuati per svolgere le terapie poiché, se si è certi di essere in salute e di non aver sbagliato nell’uso degli attrezzi o nell’esecuzione dell’esercizio, a tempo debito, saranno rimborsate.

La prima tutela è, però, preventiva: è sempre consigliabile scegliere una palestra che preveda un’assicurazione il più possibile onnicomprensiva. L’assicurazione è obbligatoria solo per i tesserati con le federazioni e discipline riconosciuti dal CONI, ma in generale è prassi frequente che i centri sportivi siano muniti di assicurazione in caso di infortunio dei clienti. La quota assicurativa in questi casi, se non è autonoma, viene inserita in quella di iscrizione o di associazione. E’ quindi buona abitudine chiedere sin da subito se è prevista una polizza in caso di infortunio in palestra e farsi rilasciare una ricevuta che contenga le condizioni di assicurazione, che è opportuno leggere in modo dettagliato.

Da un punto di vista pratico è necessario comunicare tempestivamente l’infortunio al gestore della palestra ed alla Compagnia Assicuratrice, meglio se con una raccomandata con ricevuta di ritorno per conservare prova dell’avvenuta ricezione. Generalmente, la procedura prevede una visita da parte del medico dell’assicurazione per controllare l’effettivo danno, a seguito della quale verrà proposta una liquidazione.

Cosa fare se la palestra non è assicurata per infortuni o lo è, ma non per il tipo di infortunio avvenuto?
In questi casi può essere utile rivolgersi ad un legale per farsi consigliare ed, eventualmente, intraprendere una causa giudiziale di risarcimento danni.

Cosa succede in caso di infortunio in palestra provocato dal degrado dell’attrezzature?

Dal momento che il gestore è considerato “custode” dei beni presenti all’interno dei locali, egli ha l’obbligo ai sensi dell’art. 2051 del codice civile, di prevenire qualsiasi situazione di pericolo dovuta al malfunzionamento delle attrezzature o alla scorretta attività di manutenzione (come controllare che i cavi di una panca con i pesi siano ben saldi o che il pavimento non sia scivoloso). Deve cioè adottare tutte le cautele necessarie per preservare l’incolumità fisica dei fruitori della palestra. Se trascura la regolare manutenzione e a causa di ciò si verifica un infortunio, sarà obbligato a risarcire il danno.

Nel caso diverso in cui l’infortunio si verificasse durante lo svolgimento di un esercizio consigliato da un insegnante, quest’ultimo potrebbe essere considerato responsabile assieme al gestore della struttura poiché gli esercizi devono essere calibrati in base all’età, alle condizioni fisiche e alle effettive capacità degli allievi. La casistica è talmente vasta che è impossibile ridurla ad una regola universale. E’ sempre consigliabile sentire il parere di un legale che possa far luce sulla della responsabilità in capo all’insegnante o al gestore. In generale comunque l’istruttore ha l’obbligo sia di vigilare sull’esecuzione corretta dell’esercizio che di insegnare a maneggiare al meglio gli strumenti di fitness.

Vi sono sicuramente dei casi limite, come ad esempio, il caso in cui il corso per principianti di una particolare disciplina venga unito al corso avanzato: non sarà sicuramente opportuno intraprendere un movimento per il quale non si sono svolti i dovuti anni di allenamento. A parte questi casi eclatanti, la maggior parte degli infortuni in palestra merita un’analisi approfondita delle circostanze in cui sono avvenuti.

Nell’ipotesi di avvio di una causa di risarcimento danni, in linea di massima, quando l’infortunio in palestra si è verificato nel corso dell’attività fisica o nei locali del centro, il giudice valuterà se sia il danno è derivato dalla potenziale lesività dell’attrezzatura e/o a causa del comportamento negligente del gestore/insegnante. In altre parole se il danno non è conseguenza di un comportamento imprudente e indisciplinato del cliente o di un evento totalmente imprevedibile ed eccezionale, il giudice riconoscerà un diritto al risarcimento.

Quali tipologie di danni possono essere risarcite in caso di infortunio in palestra? Si verrà rimborsati delle spese sostenute per le terapie e del mancato guadagno derivante dal danno, ad esempio per il fatto che non si è svolta attività lavorativa perché costretti al riposo forzato. La giurisprudenza riconosce inoltre come risarcibili anche il c.d. danno morale e quello c.d. danno biologico. Il primo consiste nel “momentaneo turbamento psicologico collegato alla sofferenza fisica e al dolore morale” mentre il secondo, più grave, si verifica quando l’infortunio ha inciso negativamente sullo stato d’animo di chi l’ha subito e sulla sua attitudine psicologica a partecipare alle normali attività quotidiane. La categoria è ampia e ricomprende, tra le tante, la riduzione dalla capacità di relazione con altri individui e la diminuzione dell’attitudine di una persona a lavorare, od anche la diminuzione della capacità sessuale.

Per concludere, perciò, innanzitutto è consigliabile scegliere la giusta palestra, informarsi sulle condizioni della polizza assicurativa e, in alternativa, tutelarsi autonomamente stipulando una polizza del modello delle assicurazioni R.C.: ne esistono di tutte le tipologie ed i costi sono relativamente contenuti. In ogni caso, è opportuno prestare attenzione agli esercizi fisici ed andare per gradi, senza esagerare. Nel malaugurato caso in cui, nonostante le precauzioni, si rimanga vittima di un infortunio in palestra, sarà utile agire tempestivamente per iscritto e sentire il parere di un legale.

Anche tu frequenti regolarmente una palestra? Sei assicurato per gli infortuni? Lasciaci un commento!

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L’Avv. Citroni assiste da sempre società e gruppi societari fornendo assistenza anche nel “day to day business”. Interessata al diritto di famiglia e dei minori, nel 2014 ha pubblicato l'e-book "Questioni di Famiglia". Attualmente, oltre a pubblicare articoli sul Blog dello Studio, collabora in modo attivo con vari siti web dedicati, rivolgendo attenzione sia alle famiglie, che ai consumatori.
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93 commenti su “Infortunio in palestra: tutela e risarcimento”

  1. Grazie per questo interessantissimo articolo. Senza le giusta conoscenze non é affatto facile orientarsi al momento in cui si verifica un infortunio.

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  2. Trovo questo articolo veramente interessante.
    Frequento una palestra almeno 3 volte a settimana e non ho idea del tipo di assicurazione che tutela i soci
    Grazie alle informazioni di questo scritto, da domani comincerò a fare chiarezza.

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  3. Io addirittura davo per scontato che tutte le palestre avessero un’assicurazione omnicomprensiva a tutela degli utenti.
    Meglio controllare al momento dell’iscrizione dunque.

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  4. Buongiorno, post molto utile. Io di recente mi sono infortunata in palestra, ho quindi portato il referto medico alla segreteria della palestra stessa, la quale con l’abbonamento annuale mi aveva fatto pagare a parte una quota assicurativa. La risposta è stata che non verrò risarcita perché l’assicurazione non copre gli infortuni se non avverto subito l’istruttore del dolore. Alché io ho chiesto copia dell’assicurazione dato che non mi era mai stata consegnata, così da verificare in cosa consistesse. Anche la copia mi è stata negata in quanto dicono che non è un documento divulgabile a soggetti terzi ma solo agli enti quali comuni ecc. Vorrei chiedervi un consiglio a riguardo, se tutto ciò è legale e nel caso contrario come mi devo comportare. Grazie in anticipo

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    • Gentile Carly,
      in merito alle domande tue domande ti specifico che é molto importante che tu faccia una copia di tutti i referti e di tutte le ricevute relative all’infortunio in palestra. E’ anche opportuno avere il contratto (va bene anche una copia se non trovi l’originale) che hai sottoscritto con la palestra in modo da poter verificare se nelle condizioni è stato inserito un articolo sulla dedicato ai sinistri.
      Purtroppo non esiste nel Codice Civile una Legge esatta che regoli i casi di infortunio in strutture private quali le palestre, pertanto vengono considerati sinistri (tanto come quelli stradali) che, come tali, seguono poi specifiche procedure per la richiesta del risarcimento del danno.
      Il danno, che dovrà essere comunque concretizzato e quantificato da un medico legale, potrà comprendere sia il danno biologico che quello morale. Bisognerà dimostrare che l’incidente é avvenuto all’interno dei locali della palestra e per un imperizia o negligenza del proprietario della palestra o di un suo istruttore. Ideale sarebbe poter raccogliere la testimonianza di un terzo presente che possa avvallare la tua tesi. Sarà Tua premura poi mandare una Raccomandata con ricevuta di ritorno dove oltre al danno dovrai chiedere gli estremi della loro Compagnia Assicuratrice in modo da poter procedere con l’apertura del Sinistro.
      La palestra invece potrà liberarsi dalla Responsabilità nei tuoi confronti solo dimostrando che nulla è stato trascurato e che l’avvenuto è stato accidentale e solo ed esclusivamente per Tua imprudenza e imperizia.
      La quota per la copertura assicurativa che Ti hanno addebitato in sede di sottoscrizione del contratto è un costo imputabile ad un accordo sottoscritto dal proprietario della palestra e la compagnia di assicurazione. E’ pertanto a discrezione della palestra diffondere o meno quello stesso contratto.
      E’ tuttavia un tuo diritto pretendere una copia dell’accordo sottoscritto tra te e la struttura.
      Se non te lo vogliono dare, puoi tranquillamente insistere.

      Premesso quanto sopra, ti ricordo che la notifica della richiesta del risarcimento del danno dovrà essere effettuata al proprietario della struttura e ciò indipendentemente dal fatto che si tratti di una società o di una persona fisica.

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  5. Salve, complimenti per l’ottimo post.
    lavoro come allenatore per una asd e 2 anni fa un atleta minorenne si è infortunato (tra l’altro per comportanento imprudente ed indisciplinato). L’assicurazione ha provveduto a risarcire il danno.
    Ora, a 2 anni di distanza, il padre chiede verbalmente soldi alla asd perchè 150euro per una lussazione/frattura (senza indennità residua) sono pochi.
    Quali possono essere le conseguenze? Ci sono dei termini di prescizione?
    Grazie

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    • Gentile Cristina,
      sulla base delle informazioni da lei fornitemi, posso precisarle che, in merito alla problematica sollevata circa il risarcimento del danno sportivo, la Legge non è purtroppo esaustivamente chiara .
      Tuttavia, in tema di responsabilità civile (ex art.2048 c.c.), nel caso in cui l’infortunio si sia verificato all’interno di strutture sportive, è prevista l’inversione dell’onere della prova.
      Ciò significa che viene data alla struttura (o all’insegnante) la possibilità di liberarsi della responsabilità solo dimostrando che, al tempo dell’infortunio, era stata adottata ogni precauzione idonea ad evitare il danno, unitamente al fatto che questo si sia verificato ugualmente non dipende da una imperizia o negligenza propria.
      Trattandosi di una struttura pubblica avrete indubbiamente una copertura assicurativa.
      Sarà poi l’assicurazione a stabilire il quantum del risarcimento per l’infortunato, una volta esperite le dovute indagini e controllato tutti i documenti prodotti dall’infortunato.
      Una volta che l’assicurazione avrà liquidato il danno a questa nulla si può più pretendere.
      Probabilmente il padre si è rivolto direttamente alla vostra struttura proprio perché la stessa assicurazione gli avrà ribadito che la pratica è stata archiviata.
      Il diritto alla pretesa del risarcimento può essere fatto valere, in questo caso, entro due anni dal momento in cui si è verificato l’infortunio.
      Decorso tale termine il diritto si prescrive.
      Tenga, quindi, conto del fatto che il padre dell’infortunato non potrà pretendere nulla, fintanto che le sue richieste rimangono verbali.

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  6. Gentile Avv.Laura sono il papà di un quindicenne che si è infortunato in palestra subendo un distorsione del ginocchio il 31/10/2016.L’assicurazione ci ha risarcito con 100 euro perché dice che abbiamo sottoscritto una polizza assicurativa infortuni base. Onestamente noi non eravamo al corrente di questa formula.Che schifo di assicurazione. Mio figlio da allora dopo essere stato costretto a stare su un carrozzella per più di due mesi ora sta effettuando le cure di fisioterapia dovute. Vi chiedo se questo vi sembra giusto.Cosa posso fare per recuperare almeno le spese mediche e fisioterapiche a questo punto della vicenda. Chi tutela la salute di mio figlio.Grazie

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    • Gentile Giovanni,
      per avere un quadro più chiaro della situazione sarebbe necessario avere maggiori dettagli su come suo figlio si sia infortunato.
      Sulla base delle informazioni da lei fornitemi le posso dire che avendo l’assicurazione già liquidato il sinistro, non è più possibile pretendere altri risarcimenti. Se però lei non ha firmato l’atto di liquidazione si potrebbe intentare una perizia di parte e vedere se, con le nuove documentazioni, l’assicurazione rimborsi ulteriormente.
      Proporre un azione contro la struttura dove suo figlio si è fatto male, chiedendo a loro un risarcimento, potrebbe essere un’altra possibilità alternativa. Le anticipo che dimostrate la colpa della palestra addebitandole una responsabilità potrebbe risultare difficile senza l’adeguata documentazione di supporto.

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  7. Gentile Laura noi non abbiamo firmato nessun atto di liquidazione, abbiamo firmato solo un modello Blu (denuncia infortuni) tra l’altro firmato da mio figlio minorenne dove si denuncia l’ infortunio, come è stato provocato (mentre faceva il movimento in posizione di guardia subiva l’infortunio) poi abbiamo chiamato l’ ambulanza che lo portava in ospedale di Cosenza , dato che in quello di San Giovanni in fiore non c’era l’ortopedico) .Ha tenuto una “doccia” per 15 giorni poi il tutore che tuttora tiene. Siamo andati da un medico dello Sport che gli ha consigliato Almeno 60 giorni di riposo. In questo periodo sta facendo tutto un percorso fisioterapico che non ha ancora concluso.Quello che le dico è tutto documentato da Certificati medici .Mi sembra veramente una cosa incredibile che un ginocchio di un ragazzo valga 100 euro. Grazie

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    • Gentile Giovanni, essendo anch’io genitore, comprendo il suo disappunto e il suo rammarico.
      Le compagnie assicurative purtroppo offrono polizze che talvolta non si rivelano sufficientemente flessibili nella copertura dei sinistri.
      Nel suo caso, alla luce dei soli fatti da Lei riportatemi, potrebbe esserci il margine necessario per intentare un azione, dal momento che non è stata firmata la liquidazione del sinistro e la contestuale chiusura della pratica.
      L’assegno del valore di 100€ rimborsato dall’assicurazione e già incassato lpotrebbe essere interpretato come accettazione, talvolta al pari della sottoscrizione di un documento ufficiale.

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  8. Gentile Avv. Laura, un anno e mezzo fa ho partecipato ad una manifestazione sportiva (stage di Capoeira). Due settimane prima dello stage abbiamo stipulato una assicurazione per la durata dei tre giorni di manifestazione con la MSP (movimento sportivo provinciale). Durante tale manifestazione in una sequenza ho preso una distorsione alla caviglia e mi hanno diagnosticato al pronto soccorso una frattura al 5 metatarso. Quindi ho dovuto portate il gesso per un mese e tolto lo stesso ho dovuto fare una ecografia che ha evidenziato una lesione ai legamenti dovuta alla distorsione. Quindi ho dovuto fare fisioterapia ecc, tutto documentato comprese le varie spese farmaceutiche. Il giorno dopo l’infortunio insieme al mio istruttore abbiamo compilato il modulo per la denuncia di sinistro e l’abbiamo inviata alla MSP sede centrale di Roma. Dopo circa tre mesi mi arriva una loro risposta, il danno non era rimborsabile perché a loro risultava che l’assicurazione era stata fatta in data successiva al sinistro. Chiedo spiegazioni al mio istruttore che mi fa sapere che a causa di un disguido le assicurazioni erano state inviate in tempo utile tramite terminale alla sede della MSP locale ma che loro avevano inviato oltre i termini le stesse alla sede centrale. Morale della favola nessuno dei partecipanti risultava assicurato. A questo punto chi deve risarcirmi? E io cosa posso fare? Il responsabile della sede locale continua a dirmi che sta cercando di risolvere con la sede centrale che però non sembra volerne sapere ma sono passati mesi e a breve scadranno i termini risarcitori che dovrebbero essere di due anni credo. Cosa mi può consigliare? La ringrazio infinitamente.

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    • Gentile Rosanna, capisco perfettamente il suo problema.
      Sulla base delle informazioni ricevute posso dirle che lei ha il diritto di rivalersi sulla società sportiva, avendo la società l’onere di depositare tempestivamente l’assicurazione da lei stipulata e non dovendo subire lei i disguidi connessi al loro ritardo. La sua buona fede, infatti, ha attivato l’obbligo per la società sportiva di depositare l’assicurazione in termini utili. Ed è proprio tale buona fede a metterla nella disponibilità di un’azione contro detta società. Se anche dovessero scadere i termini per richiedere il risarcimento all’assicurazione, sarà dovere della società farsi carico delle spese mediche da lei sostenute.
      Nella speranza di esserle stata utile, Le ricordo che può trovarci su twitter come @law_slc, su instagram come @les_avvocato e su facebook come Infonews dello studio SLC

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  9. buongiorno,
    sono alle prese con un tentativo di risarcimento da parte dell’assicurazione di cui la mia palestra è cliente. Vado con ordine.
    La palestra che frequento è associata al coni e ogni iscritto è tesserato come atleta a tale società sportiva. Nell’iscrizione è compresa un’assicurazione infortuni.
    Il 22 novembre 2016 nello svolgere un esercizio alla panca (già svolto decine di volte) e utilizzando dei manubri la spalla destra ha improvvisamente ceduto con la fuoriuscita dell’omero rientrato spontaneamente pochi minuti dopo. Gli istruttori erano presenti in sala ma stavano svolgendo all’interno di essa una riunione. Prontamente soccorso e assistito son stato invitato a recarmi al pronto soccorso per verificare eventuali danni e così ho fatto la mattina seguente. In ospedale a seguito di una semplice radiografia non sono stati riscontrati danni particolari e mi è stato consigliato riposo e antinfiammatorio per qualche giorno rilasciando una prognosi di gg 15. La stessa mattina ho provveduto a consegnare alla palestra il certificato del pronto soccorso per le pratiche necessarie. Purtroppo successivi accertamenti necessari a stabilire il perdurare del dolore e la difficoltà nel movimento, hanno riscontrato la rottura di un tendine che mi porterà con ogni probabilità a dover subire un intervento chirurgico e un lungo periodo di fisioterapia.
    Purtroppo la direzione della palestra dice che l’assicurazione non ritiene di dover intervenire perchè la società sportiva non sarebbe responsabile direttamente del danno occorsomi. Vorrei sapere allora a che serve una assicurazione infortuni se nel caso di accidentalità nessuno risponde e che in caso di danno procurato per imperizia o incuranza subentrerebbe la responsabilità civile a cui mi appellerò vista la mancata attenzione degli istruttori verso gli utenti e in caso di mancata liquidazione assicurativa.
    Secondo voi stanno agendo in modo corretto o ci sono lacune?

    In attesa di gradita risposta cordialmente Vi saluto.

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    • Gentilissimo,
      la normativa e le pronunce giurisprudenziali sul tema sembrano prevedere una vera e propria responsabilità, con conseguente obbligo di risarcimento, solo in caso di danno effettivamente imputabile alla palestra o a coloro che, svolgendo il ruolo di istruttori, hanno un preciso obbligo in tal senso ex art. 2048 cc.
      Da quanto ci riporta, sembra di capire che il Suo infortunio non sia stato cagionato direttamente da un malfunzionamento di uno strumento della palestra o da scorrette indicazioni degli istruttori e pertanto non si ravvisa quel nesso di causalità tra condotta (dolosa o colposa) e danno che legittima un obbligo di risarcimento del danno.
      Speriamo di esserLe stati utili

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  10. Alla cortese attenzione dell’avv. Laura Citroni
    Per caso mi sono trovata in questo sito, i dubbi che mi assillano da mesi, sono riemersi leggendo queste mail.
    A dicembre, ero nella zona S.P.A di una nota palestra di Bergamo, quando sono scivolata scendendo dai gradini che portavano alla doccia. Devo premettere che purtroppo non si trattava solo di acqua, ma acqua mista ad olio, da qui uno scivolone veramente disastroso, che mi ha fatto entrar direttamente in doccia, a faccia in giù, cosa molto strana in quanto la doccia si trova ad angolo retto rispetto ai gradini! Non so come ho fatto probabilmente la scia oleosa mi ha portato fino lì , io ero svenuta ,non ricordo! Ricordo benissimo il dolore tremendo che mi ha risvegliato, mi lussata la spalla sinistra! Alle mie grida di dolore, sono accorse alcune persone, non riuscivo a muoverermi, una persona dello staff insegnanti e’ accorso in mio aiuto, è riuscito a farmi rientrare la spalla, poi sono rimasta in doccia fino all’arrivo della croce rossa. A parte contusioni varie, lussazione glenoomerale, con tutore per non muovere braccio per 21 giorni, collare alla cervicale….mi sono resa subito conto che, quando ho richiesto alla palestra di voler procedere a fare la pratica di infortunio, hanno subito cambiato atteggiamento nei miei confronti! Da interessati al mio stato, sono diventati scocciati; hanno denunciato a Cattolica assicurazioni di Bg, l’accaduto…poi mi hanno gentilmente detto di non contattarli più .
    Mando documentazione all’indirizzo mail, con referti, costi cure ed esami. Chiedo costantemente di sapere quali sono i miei diritti, ma non ricevo mai risposta. Mi dicono solo di aver ricevuto il mio materiale. Scocciata minaccio di far intervenire mio avvocato, come per magia mi telefona il Liquidatore dell assicurazione, dicendomi che non ho diritto a niente, sarà solo loro gentilezza se mi risarciranno spese, sempre se non mi recherò però da avvocato. Questa persona, con tono intimidatorio, dice che non è colpa della palestra se io sono scivolata ( e’ proibito portare qualsiasi materiale nella SPA, olio compreso). che si tratta di una causa civile, che sarebbe stata colpa dell palestra, solo ad es. se mi fosse caduto in testa ad un attrezzo avre potuto avere risarcimento! Cita alcuni articoli sulla responsabilità civile, quando richiedo gentilmente di ripetermi il numero di questi articoli, rimane titubante, spara 2043. e 2051. Poi mi dice che si farà risentire, per farmi sapere qualcosa di più ! Premetto che da questa disastrosa caduta, mi sono lesionata in tutta la sua lunghezza il tendine sovraspinoso, alcuni muscoli… La natura di questo stato è irreversibile, non posso essere operata, devo continuare con riabilitazione muscolare, per evitare che tendine si spezzi! Ho ancora movimenti molto limitati ( siamo a marzo..) e la spalla duole! Non posso portare pesi, sarò limitata per il resto dei miei anni, non sono giovane, ma ho 57 anni, vorrei godermi un po’ la vita! Ultima cosa…i gradini sono a norma, perché zigrinati, ma mi chiedo cosa ci fanno dei gradini, in una SPA tutta di pietra nera, e semi buia…solo qualche led. Ambiente rilassante, ma anche pericoloso! Mi scusi per la lungaggine, ma vedendo che Lei è esperta in materia, Le chiedo gentilmente, se davvero mi conviene rivolgermi al mio avvocato, che vorrebbe partire con la pratica. Visto la sua competenza in materia, Le chiedo se volesse gentilmente aiutarmi…e al limite assistermi, o darmi i nominati di chi potrebbe seguirmi in questa impresa! Ad oggi non ho niente di scritto, che mi riveli quali sono i miei diritti, mi ha detto il tipo, che la palestra non ha obbligo di fare questo tipo di assicurazioni! Grazie per la cortese attenzione

    Rispondi
    • Gentilissima,
      Da quanto da Lei riportato potrebbero esserci gli estremi per muoversi legalmente nei confronti della palestra. Tuttavia, questo sarà possibile accertarlo soltanto dopo aver accuratamente preso visione della documentazione relativa al contratto da lei sottoscritto al momento dell’iscrizione al centro.
      Per avere un quadro completo della situazione, sarà inoltre necessario visionare anche i referti medici e qualsivoglia altro documento inerente l’accaduto.
      E’ stato certamente opportuno procedere con la denuncia del sinistro ma sarebbe fondamentale contattare il liquidatore al fine di sveltire la pratica.
      Potrebbe indubbiamente essere utile l’intervento di un legale che possa assisterla in tutto l’iter al fine della liquidazione del sinistro, tutelando i suoi diritti.
      Qualora ritenesse di avvalersi della nostra assistenza, saremmo lieti di incontrarla per l’analisi della documentazione in modo da definire insieme la miglior strategia da seguire

      Rispondi
  11. La ringrazio vivamente per le Sue indicazioni. A parte le minacce dal liquidatore non ho avuto altro, forse oggi mi contatterà,. Ho richiesto più volte le clausole dell’assicurazione, ma non sono riuscita ad averle. Neanche altri iscritti, da me contattati, li hanno.
    Ho parlato con alcuni di loro che hanno subito un infortunio in quella palestra e tutti hanno avuto lo stesso trattamento, minacce, nient’altro,non hanno ricevuto nemmeno risarcimento per spese mediche. Anzi, è stato chiesto loro di pagare per il periodo di sospensione dovuto al sinistro, si tratta di una somma pari circa a 10/20 € che consente di recuperare il periodo perso!
    Oggi forse sentirò il liquidatore, so che mi tratterà con arroganza , spero di sostenere il suo linguaggio.
    Vi ringrazio ancora, se avessi bisogno di voi so dove contare!
    Grazie ancora Claudia Romagialli

    Rispondi
  12. Gentile Avv. Laura,
    Lo scorso 20 marzo mentre ero in palestra sono caduta dallo step a causa di una storta alla caviglia sinistra. L’istruttore è intervenuto subito mettendo del ghiaccio sulla caviglia che tuttavia continuava a gonfiarsi. Poi mi ha lasciata andare a casa dicendomi che era sicurissimo del fatto che non ci fosse alcuna frattura. Tuttavia durante la notte continuavo ad avere forti dolori e la caviglia si gonfiava sempre più, così ho deciso di andare al pronto soccorso, dove, dopo avermi fatto i raggi e verificato che non ci fosse alcuna frattura, hanno deciso di farmi il gesso. Hanno detto che era una grave contusione. Ho portato immediatamente il referto medico in palestra. Ho portato il gesso per 1 mese ed oggi a 2 mesi di distanza la caviglia deve ancora sgonfiarsi.
    In palestra mi hanno detto che non riceverò nulla dall’assicurazione perché l’istruttore avrebbe dovuto chiamare tempestivamente il pronto soccorso. Mi hanno detto che L’assicurazione potrebbe mettere in dubbio il fatto che io mi sia fatta realmente male in palestra. (Anche se c’era molta gente che mi ha vista cadere!) Al massimo potrebbero compensare le mie spese non facendomi pagare alcuni mesi in palestra.
    Come dovrei comportarmi in questo caso?
    Grazie per la cortese attenzione.

    Rispondi
    • Gentile Sara,
      in base al suo racconto sembra si tratti di un vero e proprio infortunio avvenuto in palestra.
      Ciò che consiglio sempre è informarsi preventivamente circa l’esistenza di una polizza assicurativa nella struttura; ma questo non è sufficiente, in quanto ci si deve informare anche sulle condizioni generali di tale polizza.
      La palestra, nel suo caso, ritiene che non le possa essere riconosciuto un risarcimento poiché l’istruttore non ha tempestivamente chiamato il pronto soccorso.
      L’istruttore, tuttavia, é un dipendente della palestra e -pertanto – una sua “leggerezza” nel non denunciare l’accaduto alla struttura non può certo ricadere su di lei.
      Anzi, la palestra dovrebbe rispondere delle persone che sono assunte o che, in ogni caso, lavorano per conto della palestra medesima.
      Il mio consiglio è di chiedere al suo legale di fiducia di inviare tempestivamente una lettera alla struttura per far comprendere la sua volontà di ottenere, chiaramente, un risarcimento del danno verificatosi in palestra, provato anche dal fatto che è in possesso di un referto medico che accerta l’accaduto in maniera incontestabile.
      Resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio. Cordiali saluti.

      Rispondi
  13. Gent.mo Avv. buonasera. Ho subito un brutto incidente in palestra qualche anno fa ed a oggi non sono stato risarcito. Durante una lezione di spinning mi è venuto fuori, in parte, il piede dalla gabbietta. Essendo rimasta dentro la punta del piede, l’arto destro ha subito una torsione con conseguente rottura del pilone tibiale. La struttura non assicurata per gli infortuni ma per la RC, ha aperto il sinistro ma la compagnia si ostina a non riconoscere la Responsabilità della struttura. Io credo di aver diritto ad un risarcimento essendomi fatto male all’interno della struttura e su un attrezzo di cui è responsabile il titolare e\o custode. Cosa ne pensate voi? ps: al pronto soccorso ho dichiarato di essermi fatto male in quel posto.
    Un grazie in anticipo. In attesa di una Vs risposta.

    Rispondi
    • Gentile Francesco,
      i fatti da Lei descritti sembrerebbero rientrare nella fattispecie dell’infortunio in palestra.
      Dal testo della Sua richiesta, però, non si comprende se il danno da Lei riportato è stato causato da un malfunzionamento del macchinario ovvero da un movimento sbagliato.
      Infatti, qualora l’incidente sia stato provocato da un difetto del macchinario, si ravvisa una responsabilità della palestra, in quanto custode degli attrezzi ubicati all’interno ai sensi dell’art. 2051 c.c..
      Questo significa che è compito del gestore della palestra avviare le cautele opportune per salvaguardare l’incolumità degli iscritti presso la palestra, mediante accorgimenti volti a evitare situazioni di pericolo causati dallo scorretto funzionamento delle attrezzature.
      Pertanto, qualora fossero trascurati i predetti adempimenti e si verificasse un infortunio, la palestra sarebbe tenuta a risarcire il danno.
      Ad ogni modo, Lei mi dice che il sinistro si è realizzato durante lo svolgimento di una lezione di spinning.
      L’iscrizione in palestra consiste nella stipulazione di un contratto atipico (vale a dire non disciplinato dal codice civile), per il quale, a fronte del pagamento dell’iscrizione, il cliente ha diritto a usufruire delle attrezzature e di essere seguito da un istruttore con competenze tecniche.
      Compito dell’istruttore è quello di monitorare il corretto svolgimento dell’esercizio e di verificare le reali capacità dell’iscritto.
      Per questo tipo di danno, si ha l’onere di prova inverso: Lei deve dimostrare di aver subito l’infortunio presso la palestra (eventualmente anche con testimonianze), mentre la palestra e l’istruttore, per escludere la responsabilità, devono provare che il danno si è svolto accidentalmente, per Sua negligenza, imprudenza, imperizia, provando che l’istruttore ha affidato un esercizio adatto alle Sue capacità e che ha costantemente vigilato sulla sua esecuzione.
      Pertanto, Le consiglio di rivolgersi al Suo legale di fiducia, onde analizzare dettagliatamente i fatti e i documenti, nonché le possibili azioni avviabili.

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  14. Ciao 5 giorni fa mentre mi stavo allenando in palestra mi ha caduto un macchinario addosso che non era fissato al muro come dovrebbe essere e mi ha causato trauma diretto al polso destro colpito dal macchinario e si è procurato ferita dorsale all’avamberaccio destro e deformità al polso dx e devo anche operarmi e mettere delle placca.
    Il titolare della palestra a denunciato alla sua assicurazione che mi hanno detto che sarò risarcito alla fina del percorso
    Secondo lei sarà il caso di affidare un avvocato x che la mia paura che l’assicurazione nn paga il giusto e io nn ho idea quanto deve essere il risarcimento !
    E volevo chiedere a lei come faccio x chiedere i danni murale ?
    Grazie

    Rispondi
    • Gentile Ismail,
      in caso di infortunio in palestra, si ha certamente diritto ad ottenere il risarcimento sia dei danni patrimoniali (vale a dire il rimborso delle spese sostenute a causa della lesione subita, da dimostrare mediante la relativa documentazione), che di quelli non patrimoniali (definibili come le conseguenze della violazione del valore della personalità a).
      In particolare, in quest’ultima categoria sono ricompresi:
      1 il danno biologico (detto anche danno alla salute), vale dire la lesione temporanea o permanente all’integrità fisica e psichica di un individuo;
      2 danno morale soggettivo, consistente nella sofferenza patita dal soggetto a causa del fatto illecito. Tale danno viene determinato in una somma ricompresa tra ¼ e ½ del danno biologico.
      Per poter ottenere il risarcimento dei danni del dovuto e una migliore tutela dei propri diritti, Le consiglio caldamente di rivolgersi al Suo legale di fiducia.
      Resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio

      Rispondi
  15. Gentile Avv. Laura,
    nel mese di Giugno sono rientrato in palestra dopo 4 mesi di inattività e l’istruttore durante un allenamento di boxe nonostante io avessi fatto presente il mio stato di forma mi ha fatto fare sparring con un ragazzo con 20kg maggiore rispetto al mio. Il risultato è stata la frattura scomposta in 5 punti della parete orbitale occhio destro. Nonostante l’immediata apertura del sinistro con carte del pronto soccorso e dell’intervento subito l’assicurazione della Asd una normale Rc verso terzi mi ha detto che non mi spetta nessun risarcimento. Come posso rivalermi.
    Grazie per la cortese attenzione.
    Luca Bottini.

    Rispondi
    • Gentile Luca, per ome stanno le cose, Le consiglio di rivolgersi al Suo legale di fiducia perchè semra che ci siano tutti gli elementi per chiedere un risarcimento all’assicurazione della palestra.
      il suo legale dovrà visionare il contratto con la palestra e l’assicurazione della struttura.
      Coi migliori saluti

      Rispondi
  16. Salve avv. Laura citroni volevo chiederle se nel risarcimento fisico viene incluso anche danni permanenti quali la protrusione discale che va incidere anche sulla salute mentale della persona…grazie

    Rispondi
    • Gentilissimo,
      tenga conto che per farsi risarcire un danno, è sempre necessario dimostrarlo con documenti a supporto o, eventualmnete, con testimoni.
      Nel suo caso sicuramente il danno fisico é dimostrabile attraverso i referti medici, le lastre e gli esami.
      L’ideale sarebbe comunque avere una perizia di un medico-legale con l’assegnazione dei punti di validità permanente.
      Questa relazione serve poi per farsi risarcire dall’assicurazione.
      Sperando di avere risposto alla sua domanda, rimaniamo a disposizione per qualsivoglia necessità.

      nel frattempo, le segnaliamo che siamo presenti sui principali social:
      Twitter: @law_slc
      Istabram: @les_avvocato
      Facebook: infonews dello Studio SLC

      Rispondi
  17. Buongiorno chiedo un Vs parere. L’obbligo di vigilanza dell’istruttore di un corso tenuto in palestra, si deve intendere anche in caso di comportamento indisciplinato da parte dell’allievo di corso avanzato che , in modo continuato ma prontamente rimproverato da parte delll’istruttore, causa un sinistro ad un altro allievo principiante? non aver bloccato in tempo l’allievo imprudente e’ responsabilità dell’istruttore che, non curante del suo modo di fare , causa la caduta con conseguente frattura del braccio di un altro allievo?
    grazie

    Rispondi
    • Gentile Paola,
      durante lo svolgimento dell’attività sportiva, il praticante può causare danni a terzi ovvero a se stesso. Nel primo caso si parla di “responsabilità esterna”, mentre nel secondo caso di “responsabilità interna”.
      Il caso che c presenta è riconducibile alla prima fattispecie, disciplinata dall’art. 2048 c.c.
      Questa disposizione normativa riconosce in capo al maestro la responsabilità per i danni cagionati dagli allievi, salvo che non venga dimostrato di non aver potuto impedire il fatto.
      In particolare, la responsabilità è esclusa quando l’istruttore ha sconsigliato di effettuare l’esercizio con le modalità che hanno provocato l’infortunio.
      Sulla base delle poche infrmazioni fornitemi, ritengo che possa essere scartata l’ipotesi di responsabilità dell’istruttore.
      Per quanto concerne l’onere di prova, l’infortunato deve dimostrare solamente di aver subito il danno all’interno della palestra, mentre il centro sportivo e l’istruttore devono provare di aver mantenuto una condotta priva di colpa.
      Ad ogni modo, per poter ravvisare ovvero escludere la responsabilità dell’istruttore della palestre, è necessario verificare approfonditamente la fattispecie in essere.
      Sperando di avere risposto alla sua domanda, rimaniamo a disposizione per qualsivoglia necessità.

      Nel frattempo, le segnaliamo che siamo presenti sui principali social:
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      Rispondi
  18. Gent. Avv. L. Citroni, innanzitutto faccio i complimenti per le sue rubriche, veramente interessanti ed esaurienti. Vorrei cortesemente porle il seguente quesito: nel caso di un atleta di una società sportiva dilettantistica (regolarmente iscritta alla propria Federezione sportiva e quindi con Assicurazione di base contro gli infortuni coperta dalla stessa società sportiva con l’iscrizione alla Federazione) che subisce un infortunio durante lo svolgimento di una regolare gara sportiva ed il relativo rimborso è coperto dall’assicurazione esclusa la franchigia prevista dal contratto assicurativo domando chi deve farsi carico di questa franchigia; ovvero deve restare a carico dell’atleta oppure deve farsi carico la società sportiva (nel caso specifico associazione sportiva dilettantistica). È da precisare infine che l’atleta non era tenuto a nessun pagamento, sia per l’iscrizione che per la partecipazione al campionato indetto dalla Federazione; lo stesso non percepiva alcun compenso né rimborso dalla società sportiva. La ringrazio

    Rispondi
    • Gentilissimo,
      per rispondere al Suo quesito, è necessario analizzare il significato della franchigia: essa corrisponde alla parte di risarcimento del danno che rimane a carico dell’assicurato. Quindi, qualora si accerti che l’atleta ha diritto ad ottenere il risarcimento del danno, risulta chiaro che il danneggiato ha diritto ad ottenere il risarcimento complessivo del danno, in parte dall’assicurazione e in parte dall’assicurato.
      In realtà, il danneggiato potrà chiamare in giudizio l’assicurazione per ottenere l’intero importo da risarcire, sarà poi compito di quest’ultima agire nei confronti dell’assicurato per ottenere il rimborso della franchigia.
      Resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio. Cordiali saluti.

      Rispondi
  19. Gentile Avv. Laura, nel mese di Agosto insieme alla mia famiglia e con altri amici siamo andati a trascorrere una giornata in un parco acquatico con regolare ingresso a pagamento… durante la giornata mio figlio giocando con un’altro amichetto accidentalmente è caduto rompendosi completamente due denti e procurandosi un danno permanente… ora caro avvocato io le chiedo secondo lei considerando l’accaduto e l’accidentalità ci sono gli estremi per chiedere un risarcimento? La ringrazio anticipatamente saluti Alfredo

    Rispondi
    • Gentile Alfredo,
      dalla ricostruzione di fatti da Lei affrontata, non mi è dato comprendere esaustivamente la dinamica che ha provocato il danno al bambino e quindi se è possibile ottenere il risarcimento del danno subito.
      Infatti, Lei mi scrive genericamente che, mentre giocava, Suo figlio è caduto accidentalmente e si è rotto due denti.
      La materia del risarcimento del danno è molto delicata, su cui i tribunali e le corti si sono soffermati parecchio.
      In particolare, nel caso concreto, bisogna analizzare se, in capo al responsabile del parco acquatico, vi sia una responsabilità contrattuale (per inadempimento dell’obbligazione accessoria di garantire agli utenti massima sicurezza), una responsabilità extracontrattuale (derivante dal danno cagionato da un fatto doloso o colposo) e l’inosservanza delle regole tecniche.
      Bisogna, in altre parole, verificare se il gestore del parco acquatico ha posto in essere tutte le misure atte ad evitare il prodursi dell’evento dannoso.
      Resto a disposizione per qualsiasi altro dubbio.

      Rispondi
  20. Carissimo avvocato la ringrazio della risposta, nello specifico dell’accaduto mio figlio era posizionato in piedi su un rialzo in cemento posto al centro della piscina, un suo amico scivolando accidentalmente, si è aggrappato a lui facendogli perdere l’equilibrio e facendolo cadere rovinosamente… dopo l’accaduto noi ci siamo rivolti al gestore delle piscine chiedendogli se l’impianto era provvisto di assicurazione e lui ci ha prontamente risposto che lui non ha nessuna responsabilità in quanto rivedendo i video di sorveglianza si è accorto che i ragazzi si stavano comportando in modo inadeguato “per lui” e che erano stati poco prima ripresi da un ragazzo posto come sorvegliante… inoltre ci ha riferito che si era già sentito con l’assicurazione e che gli stessi gli avevano riferito che l’assicurazione fatta non prevede il risarcimento per i danni provocati da cause accidentali… ora non sappiamo come comportarci… e possibile tutto ciò? possibile che un impianto del genere non possegga un’assicurazione che copra eventuali danni di questo genere “accidentali”? La ringrazio ancora una volta per la cortese attenzione saluti Alfredo

    Rispondi
    • Gentile Alfredo,
      proverò a rispondere al Suo quesito in base alle ulteriori informazioni da Lei fornite.
      Iniziando ad esaminare la normativa relativa il risarcimento dei danni, l’art. 2043 riconosce il diritto di ottenere il risarcimento solo nel caso in cui il fatto, che provoca ad altro un danno ingiusto, sia stato commesso con dolo (comportamento caratterizzato dalla volontà di produrre un danno) o colpa (la condotta avveniva con negligenza, imprudenza o imperizia).
      Altra norma applicabile al caso di specie (però a discrezione del giudice), è l’art. 2050 c.c., vale a dire la responsabilità per l’esercizio di attività pericolosa.
      Per i parchi acquatici, il direttore del centro ha l’onere di esaminare il cosiddetto risk assesment, ovvero la stima del rischio. Il suo compito quindi è quello di valutare i pericoli che possono prodursi ed intraprendere tutte le precauzioni volte ad evitarlo – o almeno limitarlo.
      In questo modo, se il direttore del parco ha posto in essere tutte le precauzioni per evitare la perpetrazione del danno (anche mediante il personale addetto alla sorveglianza), non potrà essergli addebitata alcuna responsabilità.
      Inoltre, il nostro legislatore ha escluso la colpa del gestore, qualora l’incidente sia avvenuto per caso fortuito (l’evento era imprevedibile e inevitabile), ovvero per inosservanza di regole da parte del danneggiato.
      Ad ogni modo, come già esposto, il tema del risarcimento del danno è particolarmente sensibile di interpretazione e ogni dettaglio può essere utile per valutare la responsabilità o la sua esclusione e per questo motivo mi rendo disponibile a un colloquio telefonico per comprendere pienamente la realizzazione dei fatti e per comprendere se è possibile avviare un’azione legale nei confronti del parco acquatico.
      Con i migliori saluti.

      Rispondi
  21. Gentile avvocato,
    Le scrivo per sapere come comportarmi con la palestra in cui mi sono iscritta.
    Iscrizione ad un prezzo di promozione annuale, non mi è stata rilasciato tesserino per entrare che si sarebbe poi fatto successivamente, primo giorno di palestra mi fanno entrare sbloccandomi l’entrata, faccio la mia ginnastica posturale ed ho una fitta molto forte nella zona finale della colonna e li mi sono fermata, dolori lancinanti, ho dovuto fare punture di cortisone per 3 gg, voltaren ed altri medicinali, l’ortopedico mi ha dato una cura di 4 mesi, risonanza magnetica, rx, ed elettromiografia per vedere cosa è successo. Vado in palestra a richiedere se potevo riavere almeno in parte la quota d’iscrizione visto che ho usufruito solo per mezz’ora della struttura, o altrimenti conservare la mia iscrizione per l’anno successivo visto che il medico mi ha detto di stare assolutamente ferma, mi hanno risposto che, dato che ho usufruito di una promozione questo non è possibile e che avrei dovuto vendere il mio pacchetto a qualcuno. Premetto che al momento dell’iscrizione non è stato a me comunicata nessuna informazione sull’assicurazione e non è specificata nel contratto, inoltre mi hanno si richiesto visita medica ma di portarla con molta calma.
    Insomma soldi per l’abbonamento e tanti altri tra cure mediche, corsetto, risonanze e tanto altro oltre l’essere bloccata. Come mi devo muovere?
    Attendo gentilmente una Sua risposta nel frattempo la ringrazio.

    Rispondi
    • Gentile sig.ra Carla,
      il problema che mi sottopone coinvolge diverse questioni. Innanzitutto, per quanto riguarda la possibilità di ottenere la restituzione della quota di iscrizione o la sospensione dell’abbonamento in essere, sarebbe opportuno analizzare quanto previsto dal contratto che ha stipulato con la palestra. La regola generale vuole comunque che non sia possibile ottenere una restituzione della prestazione, specialmente se, come in questo caso, l’impossibilità a frequentare la palestra sia legata ad un evento per cui non è attribuibile alcuna responsabilità alla palestra stessa. L’unica cosa che Le consiglio di fare è proprio quella di accogliere il suggerimento che Le è stato dato, cioè di cedere il suo abbonamento a qualcuno, così come previsto dall’art. 1260 del codice civile che disciplina la cessione del credito.
      Per quanto riguarda il Suo infortunio, invece, per risponderLe necessiterei di una specificazione: l’esercizio che stava svolgendo nel momento in cui ha accusato quel forte dolore, lo ha svolto in autonomia o su indicazione e stretta osservazione di un istruttore o di un fisioterapista? In linea generale comunque, purtroppo devo informarLa del fatto che nella maggior parte dei casi le assicurazioni delle palestre non prevedono risarcimenti per i danni derivanti dall’esecuzione di un esercizio, ma soltanto per quelli cagionati da un attrezzo o dalla struttura della palestra (esempio di una parte del soffitto che si stacca).
      L’unica (ma improbabile) ipotesi nella quale Le sarebbe certamente possibile ottenere un’attribuzione di responsabilità all’istruttore con conseguente risarcimento del danno a suo favore, è quella in cui l’istruttore La abbia incitata a svolgere un esercizio al di sopra delle Sue possibilità e l’abbia assistita nello svolgimento dello stesso.
      Nelle altre ipotesi, purtroppo, gli eventuali infortuni derivanti dallo svolgimento dell’attività fisica restano “a suo carico”.
      Le consiglio in ogni caso di consultare il suo legale di fiducia per studiare meglio la Sua situazione in modo tale da valutare l’opportunità di un’azione.

      Rispondi
  22. Gentile Avv. Citroni
    il 13 ottobre mi sono iscritta a karate, ho pagato 40 euro di quota mensile + 30 per tesseramento e assicurazione. Il 27 abbiamo fatto degli esercizi molto pesanti, io li ho fatto tutti ma coi miei ritmi, ero molto lenta e l’ultima ma li ho fatti tutti; tutti gli esercizi sono uguali per tutti principianti e cinture nere. Il giorno dopo mi si è bloccato il braccio sinistro, ho passato tutta la notte sveglia e la mattina del 29 son corsa alla guardia medica che mi ha fatto una puntura di cortisone e antidolorifico e ha sospettato un’infiammazione alla cuffia dei rotatori. Ho subito avvisato il mio maestro di karate e il giorno dopo, lunedi 30, son andata al pronto soccorso, mi han fatto una radiografia, detto di tenere il braccio fermo e di prendere un antinfiammatorio e tornare venerdì in visita dall’ortopedico. Venerdi l’ortopedico mi controlla e mi prescrive cerotti, antinfiammatori specifico, tecarterapia e due mesi lontano dalle palestre. Io avviso il mio maestro chiedendogli di darmi le coordinate per l’assicurazione dato che le spese sarebbero state sostanziose per me e subito dopo il presidente del dojo mi chiede di vederci lunedì. Io lunedi intanto inizio la tecar e dopo incontro il presidente che mi dice che l’assicurazione non paga e che questa terapia non ha senso, che la tecar è inutile e che per sapere cos’ho vuole farmi vedere dal suo fisioterapista di fiducia e fissa un appuntamento per giovedì. Giovedi vado dal fisioterapista che mi dice che son solo contratta ma son guarita e di tornare a karate, di non fare riposo ma di muovere il braccio per riattivarlo. Io non mi fido, cambio medico e prendo un medico sportivo che mi consiglia di non tornare assolutamente a karate, di fare un’altra seduta di tecar, al massimo altre due (7 in tutto) e riprendere l’ attività mitoria dopo la tecar con esercizi mirati. Cosi vado dal presidente e dico che non torno a karate ma concludo il ciclo di tecar e che voglio l’assicurazione aperta, lui mi dice varie bugie (come quella che il mio certificato medico fatto da un medico di base non ha valore e non vale per l’assicurazione perché non fatto da un medico sportivo) e sotto mie domande mi dice che non ho l’assicurazione perché nelle palestre l’assicurazione inizia da gennaio, che se voglio continuare a fare la tecar che me la paga lui come ha pagato il suo amico fisioterapista ma che io son guarita e la tecar non serve a niente. Al di la del fatto che dopo cortisone e una settimana di terapia è ovvio che sto molto meglio, ma a questo punto cosa dovrei fare? Chiedergli almeno i soldi delle spese per la terapia o rivolgermi ad un legale data l’assenza di assicurazione nonostante avermi preso 40 euro, e dato il fatto che mi son fatta male perché mi son stati fatti fare degli esercizi per la quale non ero ancora pronta?

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    • Gentile Sig.ra Loredana,
      la questione che Lei sottopone alla mia attenzione è piuttosto complessa.
      Per risponderLe in modo esaustivo, infatti, sarebbe necessario poter visionare il contratto che ha sottoscritto con la palestra. Ad oggi, le palestre non sono più obbligate a fornirsi di un’assicurazione in caso di infortuni degli utenti: tale obbligo ricade infatti solo nel caso di tesseramenti presso Federazioni o nel caso di discipline riconosciute dal CONI.
      In linea di massima, comunque, le palestre tendono quasi sempre a prevedere una copertura assicurativa, anche se spesso si tratta di una copertura “basic”, che riguarda solo le ipotesi in cui il danno all’utente sia stato provocato dalla struttura stessa della palestra, (tipico esempio dell’intonaco che si stacca) o dal malfunzionamento di un attrezzo. Nulla vieta però che, al contrario, la palestra abbia optato per un’assicurazione più completa: Le consiglio quindi di leggere attentamente il contratto, in modo da poter individuare il tipo di copertura assicurativa di cui dispone la Sua palestra.
      Bisogna però considerare un altro aspetto: Lei mi scrive infatti che il Suo infortunio è avvenuto mentre svolgeva degli esercizi consigliati da un insegnante, sotto la sua sorveglianza. Aggiunge anche che gli stessi non erano calibrati sulla preparazione fisica degli allievi, ma che erano gli stessi per tutti, per i principianti così come per gli esperti. In questa ipotesi, potrebbe configurarsi una responsabilità a carico dell’insegnante, il quale ha il compito di predisporre un allenamento che sia adeguato all’età, alle condizioni fisiche e alla effettiva preparazione degli allievi. Più in generale, comunque, l’istruttore ha l’obbligo di controllare che l’esercizio venga svolto secondo le indicazioni e che gli attrezzi siano utilizzati nel modo corretto.
      Dunque, se il danno è conseguenza della negligenza o dell’imprudenza dell’insegnante, con ogni probabilità potrà essere riconosciuta una responsabilità a suo carico con conseguente diritto al risarcimento.
      La invito comunque a rivolgersi al Suo legale di fiducia, che potrà analizzare i fatti più da vicino e darLe le risposte di cui ha bisogno.

      Rispondi
  23. <Buongiorno, ho un bimbo di 10 anni che frequenta una scuola calcio, durante l'allenamento si e fatto male, e siamo andati al pronto soccorso e gli hanno messo il gesso.
    Premetto che dall'allenatore non ho saputo niente, anche se e uscito dal campo zoppicando.. dopo aver chiesto diverse volte al mister cosa fare, l'ho portato al pronto soccorso. Avvisando la società, vengo a sapere che sull'assicurazione esiste una franchigia, e sono sicuro che le spese mediche non supereranno quella cifra, anche perché, non potrò' mettere in conto qualcuno che lo accompagni a scuola, dato che non deve sforzare il piede. Mi chiedo: mi conviene aprire lo stesso la pratica all'assicurazione, sapendo che non supererò' la franchigia? e cosa dovrò' fare per rivalermi sulla società senza che costi un patrimonio? Inoltre il danno e che non potrà usufruire per 1 mese del servizio di allenamento…., non ci sono solo le spese mediche di danno… E possibile avere un consiglio di cosa fare? grazie e complimenti per il blog

    Rispondi
    • Gentile Tony,
      la situazione da Lei descritta dell’infortunio sul campetto da gioco, è stata oggetto di numerose pronunce trattandosi di circostanza, purtroppo, piuttosto frequente.
      La Corte di Cassazione si è recentemente pronunciata sul tema della responsabilità, effettuando una distinzione tra la lesione provocata con intenzionalità (es. una rissa) o con colpa (quindi per una disattenzione, si pensi ad un buco nel terreno o ad un ferro sporgente da una parete), dalla lesione che invece non era prevedibile né evitabile e che rientra nel normale rischio legato allo svolgimento dell’attività sportiva.
      Nella prima ipotesi, sarà configurabile una responsabilità a carico dell’istruttore o del club sportivo, per non aver adempiuto agli obblighi di vigilanza, di prudenza e di sorveglianza.
      Nella seconda ipotesi, invece, nulla si potrà addebitare al Mister e su questo la Suprema Corte è stata chiara: non si configura una responsabilità civile se esiste un “collegamento funzionale tra il gioco e l’evento lesivo”.
      In altre parole, significa che non si addebitano responsabilità quando il danno subito dal bambino è conseguenza di un evento che rientra nell’ambito di un normale rischio, insito nella pratica sportiva. E non si può attribuire alcuna responsabilità all’allenatore e agli organizzatori della scuola calcio, se questi abbiano usato la dovuta diligenza nello svolgere la propria attività.
      Su questo punto però è doveroso soffermarsi.
      Mi scrive che l’istruttore non ha segnalato adeguatamente il danno riportato dal bambino e che pare non esser stato accorto nell’assisterlo dopo l’infortunio.
      Sarebbe importante approfondire questo aspetto, per capire fino a che punto un intervento dell’allenatore avrebbe potuto arginare il danno subito da Suo figlio (il bambino ha continuato a giocare dopo l’infortunio? Ha avvisato il Mister del dolore che accusava alla gamba?).
      Nell’ipotesi in cui ci sia stato un comportamento negligente da parte dell’istruttore, non prima bensì DOPO il verificarsi dell’evento lesivo, potrebbe essere configurabile una responsabilità a suo carico.
      Le consiglio di consultare il Suo legale di fiducia per poter approfondire con lui la questione e per poter ottenere la miglior difesa dei Suoi diritti.
      Per quanto riguarda invece la copertura assicurativa, se Lei è certo che le spese che dovrà sostenere per le cure mediche saranno di importo inferiore rispetto all’ammontare della franchigia, Le sconsiglio di aprire la pratica legata al sinistro: andrebbe incontro a costi che saprebbe già in anticipo di non poter in alcun modo recuperare.
      Resto a Sua disposizione per qualsiasi chiarimento e La invito a non perdere i prossimi articoli del nostro blog, per essere sempre aggiornato su temi di attualità legati al diritto di famiglia, condominio e tutela del consumatore.
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      Sperò avrà voglia di seguirci
      buona giornata

      Rispondi
  24. Buongiorno,
    la palestra dove mi sono iscritta è “coperta solo da un’assicurazione per responsabilità civile. Tale assicurazione copre esclusivamente gli eventuali danni a cose o persone causati direttamente per colpa della Società. Tutti i danni alle strutture o ai beni della Società, anche se nell’esercizio di attività svolte con istruttori, saranno a carico di chi li avrà cagionati.
    La Società, inclusi i suoi dipendenti e collaboratori, non è responsabile per qualsiasi lesione personale o malattia del socio o dei suoi ospiti, che si verifichi ne i locali
    del club. E’ responsabilità del socio utilizzare correttamente tutte le strutture e attrezzature messe a disposizione dalla Società.”
    >> 2 paragrafi estratti dal suo contratto
    Quanto questo resta nel limite di legge? Nel caso di un infortunio causato da un macchinario difettoso sono tenuti a rispondere?
    Come sarebbe possibile tutelarsi in questi casi, visto che si paga comunque un cannone annuale per usufruire di un servizio che dovrebbe garantire un minimo di sicurezza e idoneità??

    Grazie! Cordiali saluti!

    Rispondi
    • Gentilissimo,
      ciò che prevede la Sua palestra è in linea con quanto imposto dalla legge.

      Infatti, la legge prevede a carico della palestra l’obbligo di risarcire solo i danni provocati agli utenti dalla struttura stessa o, comunque, da oggetti o strumenti che ne costituiscono parte essenziale (l’esempio classico è quello dell’intonaco che si stacca dal soffitto, del parquet sollevato o di un cavo sporgente che provochino una caduta).

      Negli altri casi, è certamente vero che l’insegnante, durante lo svolgimento della lezione o nel momento in cui consiglia all’utente un esercizio da svolgere, ha il dovere di calibrare ad personam l’attività consigliata, tenendo conto delle capacità e della predisposizione del singolo utente, oltre che del suo grado di allenamento e del suo stato di salute.

      Però laddove un utente dovesse farsi male nell’esecuzione di un esercizio, affinché una qualche responsabilità possa essere attribuita all’istruttore, sarà necessario dimostrarne la negligenza e la superficialità con le quali abbia valutato un’attività che sia stata erroneamente proposta; oppure, si dovrà dimostrare che l’istruttore non ha adempiuto ai suoi doveri di vigilanza.
      Come potrà immaginare tutto ciò, di fatto, è molto difficile.

      Per questo motivo è esclusa, in generale, una responsabilità dell’istruttore nel caso di danni o infortuni dell’utente, a meno che quest’ultimo non riesca a dimostrare le circostanze di cui sopra.

      Rispondi
  25. oggi ero in palestra. dopo essermi lavata i capelli lunghi, li ho asciugati solo che il fono mi ha tirato i capelli (parte solo rimasti incastrati lì dentro)perché gli mancava il bocchettone della griglia posteriore . cosa devo fare. come dimostrare il danno?ho avvisato il titolare della palestra e lui non sa che fare.grazie attendo

    Rispondi
    • Gentile Erica,

      purtroppo non posso rassicurarla su quanto Le è accaduto. Infatti, se è vero che la palestra è responsabile per i danni cagionati dagli attrezzi e dagli strumenti che la stessa mette a disposizione dell’utente, è pur vero che questa responsabilità viene meno nell’ipotesi in cui l’oggetto sia danneggiato e il danno sia visibile ed evidente.
      In questo caso, Lei stessa mi riferisce che al phon mancava la griglia posteriore: con ogni probabilità, questo in un eventuale giudizio sarebbe considerato un danno evidente di cui Lei stessa avrebbe potuto accorgersi.
      Spero in ogni caso di essere stata chiara ed esaustiva, e La invito a non perdere le nostre pubblicazioni settimanali!
      Pertanto, mi duole dirLe che temo non ci sia possibilità di ottenere alcun tipo di tutela.

      Rispondi
  26. Salve, se subisci un infortunio in palestra e contemporaneamente hai stipulato un assicurazione privata contro gli infortuni chi paga? L’assicurazione della palestra o quella privata? O sono cumulabili?

    Rispondi
    • Gentile Davide
      capita molto spesso di imbattersi in situazioni come quella da lei descritta ed è lecito che possano sopraggiungere dei dubbi ma, per risolverli, è sufficiente andare a monte, al principio che regge il sistema assicurativo: di chi è la responsabilità del danno per il quale si intende chiedere un risarcimento alla compagnia assicurativa?
      Se il danno subito dall’utente della palestra è conseguenza di una sua condotta incauta o imprudente (per esempio, nel caso di un esercizio svolto nel modo scorretto), allora sarà l’assicurazione dell’utente a risarcirlo, perché la palestra non è in alcun modo coinvolta nel sinistro e dunque nemmeno responsabile dello stesso.
      Nel caso contrario in cui la responsabilità sia da imputare alla palestra (come nel caso di scuola di un cavo fuori posto che provochi una caduta), allora sarà l’assicurazione della palestra ad intervenire per risarcire il danneggiato.

      Rispondi
  27. Buongiorno
    a novembre 2017 mi sono fatta male al ginocchio in palestra, durante un corso di fit-boxe con un istruttore e facendo un esercizio da lui indicato.
    Durante tale esercizio ho subito la torsione del ginocchio sinistro (l’istruttore mi ha vista ed è venuto subito a verificare le mie condizioni). Da questo infortunio ne è nato, purtroppo, che mi sono rotta il legamento al ginocchio e mi devo operare.
    Ho fatto scrivere da un avvocato alla palestra ed alla assicurazione. Fatto sta che, dopo settimane di silenzio, mail e telefonate senza risposta, l’assicurazione ha inviato una lettera dove dicono che il loro assicurato non è responsabile di quanto accaduto.
    Adesso dovrò sentire il mio Legale per sapere se e come procedere ma non vorrei rischiare di perdere e dover pagare tutte le spese.
    Essendomi fatta male all’interno della loro struttura, su indicazioni di un loro istruttore (ho anche un testimone che può confermare) presumo che un minimo di responsabilità da parte loro ci sia.
    Grazie mille.

    Rispondi
    • Gentile Marika,
      la legge stabilisce che l’attribuzione della responsabilità debba essere verificata sulla base di una pluralità di elementi.
      In primis, bisogna valutare se il danno sia stato causato dall’imprudenza del cliente della palestra durante l’allenamento o da un problema strutturale della palestra stessa (l’esempio classico è quello dell’intonaco che si stacca o del cavo fuori posto che provoca una caduta).
      Mentre nel secondo caso la responsabilità è certamente da attribuire alla palestra, nel primo caso invece la palestra non può rispondere del comportamento imprudente del cliente, pertanto le sarà riconosciuta una totale estraneità all’accaduto.
      Tra queste due situazioni, esiste un’ipotesi “di mezzo”, che è proprio quella che Lei ci sottopone.
      Si tratta cioè dell’ipotesi nella quale l’allievo riporta una lesione a seguito di un esercizio svolto su indicazione dell’istruttore.
      In questo caso, bisogna distinguere: se l’istruttore ha dato delle indicazioni coerenti con lo stato di salute dell’allievo, la sua preparazione e la sua capacità fisica, allora nulla quaestio: sarà probabile che l’infortunio sia stato dovuto ad un’esecuzione errata dell’esercizio o da cause comunque non imputabili all’insegnante che, per questi motivi, sarà esente da colpa. Altrimenti, se emerge che l’istruttore ha sovraccaricato l’allievo, indicandogli esercizi non adeguati alla sua preparazione fisica e alle sue capacità, allora sarà certamente configurabile una responsabilità a suo carico.
      Tuttavia, questa responsabilità dovrà essere dimostrata. A tal proposito, sarà sicuramente utile (per non dire necessario) avere a disposizione dei testimoni che possano raccontare la dinamica dell’infortunio.
      La invito comunque a rivolgersi al Suo legale di fiducia, che potrà valuare attentamente ogni dettaglio

      Rispondi
  28. Buonasera avvocato, le invio il mio quesito… mio figlio lo scorso anno in una palestra, dove si recava una volta a settimana per 46 minuti, e dove era seguito da un personal trainer per tutto il tempo, nel fare un esercizio che nn sapeva fare, e, incitato a farlo dalla ragazza che lo seguiva, si è fratturato l’omero.
    Quindi, Frattura scomposta, 10 giorni di ospedale ( nei quali, siccpme minorenne, ho dovuto esserci anch’io, giorno e notte, 1 intervento subito e un intervento che andrà a fare tra qualche mese per la rimozione del chiodo…../ un anno in cui lui nn ha potuto praticare sport, andare in discoteca, niente moto, niente ginnastica a scuola, nulla di nulla perché il callo osseo tardava a partire…la guarigione l’abbiamo avuta a maggio … ben 11 mesi dopo… e più di 2000 euro di spese già sostenute …. l’associazione della palestra ci risarcisce 187,00 €……. cosa posso fare? Grazie.

    Rispondi
    • Cara Sabrina,
      sono molto frequenti i casi come quello che Lei mi descrive.
      La palestra è tenuta a risarcire i danni che sono provocati dalla struttura stessa, come per esempio nel caso in cui si inciampi in un cavo fuori posto, o si rompa improvvisamente un macchinario durante l’utilizzo.
      Per quanto riguarda invece gli istruttori, la disciplina prevede che gli stessi nell’impartire istruzioni e nel dare suggerimenti debbano tenere conto del grado di allenamento dell’allievo, del suo stato di salute e delle sue capacità. Altrimenti, in caso di negligenza, sono responsabili dei danni riportati dall’allievo.
      Il problema sorge però quando la negligenza deve essere dimostrata. Infatti, sarebbe necessario un testimone, delle telecamere o comunque un mezzo che consenta di accertare l’eventuale responsabilità, e spesso questa prova risulta piuttosto difficoltosa.
      In ogni caso, astrattamente il Suo diritto al risarcimento sussiste, stando a quanto Lei mi ha raccontato, ma dovrà riuscire a dimostrare che l’istruttore abbia svolto il suo lavoro con imprudenza, spingendo Suo figlio a svolgere degli esercizi non adeguati al suo stato di preparazione e di allenamento.
      La invito comunque a rivolgersi al Suo legale di fiducia, che potrà analizzare i fatti più da vicino e darLe le risposte di cui ha bisogno.
      Sperando di essere stata sufficientemente chiara e disponibile ad ulteriori chiarimenti, La invito a seguire il nostro blog e le nostre pagine social.

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  29. Buonasera, mi chiamo Gennaro e sono un istruttore di sala attrezzi. Capita spesso di seguire atleti di varie discipline che fanno preparazione sulla forza in palestra , ma già con programmi di preparatori atletici delle rispettive società. La mia domanda è se esiste un modulo per scaricare le mie responsabilità su programmi non confezionati da me. Grazie

    Rispondi
    • Gentile Gennaro,
      La ringrazio per la Sua domanda, per la prima volta abbiamo la possibilità di analizzare l’infortunio in palestra e ciò che ne consegue dal lato degli istruttori.
      Il Vostro ruolo è certamente delicato, le Vostre indicazioni devono sempre tenere conto dell’età dell’atleta, della sua preparazione fisica, dell’allenamento cui è in grado di sottoporsi, del suo stato di salute e via dicendo. Se incorrete in errore, per distrazione o noncuranza, e assegnate all’atleta un esercizio non alla sua portata, se questi successivamente riporta delle lesioni dovrete risponderne in quanto responsabili.
      Ma veniamo alla Sua domanda. Lei ha ragione a porsi questo problema, perché in base a quanto sopra Lei teme di incorrere in responsabilità. Sicuramente sarà possibile, volta per volta, chiedere all’allievo di sottoscrivere un modulo con cui La solleva da eventuali responsabilità nell’eventualità di un infortunio, di fronte a piani di allenamento non predisposti da Lei.
      In ogni caso ritengo che, nell’ipotesi da Lei descritta, il suo incarico principalmente sia quello di verificare che l’atleta utilizzi correttamente gli attrezzi d’allenamento e che svolga gli esercizi nel modo corretto: non credo proprio che sia Suo compito effettuare delle valutazioni sul programma di allenamento da altri predisposto.
      La invito comunque a rivolgersi al Suo legale di fiducia, che potrà analizzare i fatti più da vicino e darLe le risposte di cui ha bisogno.
      Sperando di essere stata sufficientemente chiara e disponibile ad ulteriori chiarimenti, La invito a leggere anche gli altri nostri articoli e a seguirci sui social.

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  30. Buonasera Avvocato, le scrivo perché oggi all’ora di pranzo il tapis roulant digitale su cui camminavo ha improvvisamente accelerato e non rispondeva al comando di decelerazione e io non sono riuscita a schiacciare il pulsante di emergenza. Quindi sono caduta lacerandomi stinchi, ginocchia, spalla dx e clavicola , ho contusione sul mento e in varie parti. In palestra mi hanno soccorso con acqua ossigenata e cotone idrofilo. Stasera mi duole la schiena ma nessun medico mi ha visitata perché ho sottovalutato l’accaduto. Volevo chiederle in che tempi e in che modi posso chiedere eventuale risarcimento e soprattutto se posso farlo considerato che mi sono iscritta a maggio e non avendo poi frequentato prima di lunedi scorso,3gg fa, non ho ancora presentato il certificato medico che attesti la mia idoneità all’attività fisica. Saluti e grazie anticipatamente.

    Rispondi
    • Cara Lisa,
      in linea di principio Lei avrebbe diritto ad ottenere il risarcimento dei danni che ha riportato a seguito dell’incidente.
      Infatti, la palestra è sempre responsabile degli infortuni causati dalla struttura (per esempio, nell’ipotesi di una caduta dovuto ad un sollevamento del pavimento) o dai macchinari difettosi, come nel suo caso. L’aspetto che risulta un pò più complesso è quello della prova: sarà Lei a dover dimostrare che il danno che ha subito sia stato causato da un malfunzionamento del tapis roulant. Se c’era qualcuno con Lei che può testimoniarlo, è sicuramente utile, in particolar modo se si tratta di un personal trainer o di un istruttore.
      La invito a contattare il suo legale di fiducia affinché possa analizzare più da vicino la vicenda e fornirLe i consigli adatti alla tutela del Suo diritto.
      Sperando di essere stata sufficientemente chiara e disponibile ad ulteriori chiarimenti, sono lieta di comunicarLe che sul nostro blog, sono disponibili numerosi articoli con consigli pratici e legali in materia di diritto di famiglia, condominio e tutela del consumatore.
      Potrà leggerli e commentarli all’indirizzo http://www.slcx.it/blog. Ci farebbe molto piacere ricevere una Sua opinione a riguardo.
      Le consiglio di non perdere le pubblicazioni settimanali!
      Siamo presenti anche su Facebook alla pagina “Infonews dello Studio SLC”, su Twitter come @law_slc e su Instagram come “les_avvocato”.
      Ci auguriamo che possa essere dei nostri per essere sempre aggiornata su notizie, articoli e spunti interessanti!
      Coi migliori saluti,

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  31. Gentile Laura, a Giugno 2018 in una palestra Ads dove ero regolarmente iscritto da 9 anni ho subito durante un allenamento la rottura del pavimento orbitale dell’occhio destro con conseguente intervento maxillofacciale. In un primo momento sono stato rassicurato dal titolare della palestra dicendo che la sua assicurazione mi avrebbe risarcito poi mi sono affidato ad uno studio di pratiche per risarcimenti assicurativi e mi è stato detto che la palestra non è assicurata per questo tipo di danni. Esiste un modo per il quale io mi possa rivalere?
    Ringrazio in anticipo.

    Luca B.

    Rispondi
    • Gentile Luca,
      in occasione di un infortunio in palestra, per capire se si può agire nei confronti della struttura per ottenere un risarcimento del danno è necessario capire qual è stato l’evento che ha determinato l’infortunio.
      Infatti, la palestra è responsabile e dunque tenuta al risarcimento nelle ipotesi in cui l’incidente sia dipeso da difetti strutturali o da malfunzionamento degli attrezzi. Quindi, per fare un esempio, quando si inciampi a causa di una mattonella sollevata o un attrezzo si rompa durante l’utilizzo.
      Inoltre è prevista anche una responsabilità a carico dell’istruttore se, nell’indicare l’esercizio da svolgere, ha sottovalutato la difficoltà dello stesso in relazione alla preparazione atletica dell’allievo, al suo stato di salute o al suo livello di capacità fisica. In ogni caso, la mancanza di accortezza da parte dell’istruttore deve essere dimostrata da chi intende ottenere un risarcimento del danno e può essere validamente provata anche ricorrendo all’aiuto di testimoni.
      Al di fuori delle ipotesi sopra indicate, la palestra è sollevata da qualunque responsabilità.
      La invito comunque a rivolgersi al Suo legale di fiducia, che potrà analizzare i fatti più da vicino e darLe le risposte di cui ha bisogno.

      Rispondi
  32. Salve
    Mi stanno per chiudere la mia scuola di ballo nonché la mia ASD , in quanto reputano che il volume sia troppo alto .
    Come posso provare in giudizio in caso di chiusura di tutte le quote mensili che perdo dagli allievi ?
    Grazie per la sua disponibilità
    Saluti

    Rispondi
    • Gentilissimo,
      per poter rispondere al Suo quesito, sarebbe necessario analizzare tutta la vicenda in maniera più approfondita.
      Se ritiene, può contattarci ai recapiti di Studio.
      Viceversa, Le consigliamo di rivolgersi al Suo legale di fiducia per una assistenza personalizzata.
      coi migliori saluti

      Rispondi
  33. Salve avvocato, le scrivo per avere dei giusti consigli.
    Allora, mia figlia di 13 anni, pratica lo sport ju jitsu. Lo scorso giugno 2018 in preparazione del saggio di fine anno si fa male in palestra, con una diagnosi del pronto soccorso di frattura del polso sx a legno verde.
    Da lì parte l’iter per assicurazione, comunicare il tutto alla società intermediaria che si occupa delle pratiche. Verso il mese di luglio chiamo per capire i tempi di indennizzo e per capire se mancava qualche documento. L’ operatore mi risponde che non manca nulla e che x evadere la pratica devono passare tre mesi.
    Così faccio passare il mese di agosto (mese delle vacanze) e il mese di settembre, senza avere nessuna comunicazione. Così dal primo di ottobre iniziano le mie telefonate, mi viene detto che la pratica è stata accantonata per una questione di tesseramento, poi che la pratica è stata sbloccata, poi che al rientro delle vacanze natalizie saremmo stati indennizzati.
    Non contenta richiamo il 14 gennaio per avere ulteriori chiarimenti, l’ operatore mi risponde che la pratica è in lavorazione e che entro giorno 18 gennaio verrà inviata una comunicazione. In virtù di questa risposta, decido di mandare un’email con scritto che ad oggi nn ho avuto nessuna comunicazione e in più ho elencato tutte le chiamate fatte con le relative risposte da parte dell’ operatore.
    Aggiungo che durante le chiamate ho menzionato all’ operatore di volermi rivolgere ad un legale, lui stesso mi ha detto: signora nn le conviene.
    Il mio punto di domanda è come devo agire, anche perché giorno 18 non ho ricevuto nulla.
    Secondo me mia figlia dovrebbe godere del danno fisico e quello morale, stare in estate con il gesso x 30 giorni, in più non fare il saggio di fine anno, non penso che sia giusto.
    Aggiungo che l’incidente è stato mentre faceva una tecnica con un compagno.
    Le chiedo cortesemente cosa mi consiglia di fare, in attesa di una sua risposta la ringrazio. Buona giornata.

    Rispondi
    • Gentile Laura,
      la questione degli infortuni in palestra è sempre piuttosto spinosa.
      In realtà, la legge e la stessa giurisprudenza tracciano delle linee guida molto chiare a riguardo, stabilendo che la responsabilità della palestra si configura esclusivamente nell’ipotesi in cui il danno riportato sia dipeso da problemi strutturali per esempio della sala, del pavimento… Altrimenti, se si tratta di un infortunio che consegue allo svolgimento di un esercizio, l’insegnante è responsabile solo se non riesce a dimostrare di aver preparato adeguatamente l’allievo per lo svolgimento in sicurezza dell’esercizio stesso.
      Di conseguenza, Lei potrà agire nei confronti dell’insegnante ma non otterrà alcun risarcimento se la stessa riuscirà a dimostrare, anche tramite testimoni, che Sua figlia era preparata per quel tipo di allenamento e che l’incidente è dipeso da una svista.
      In ogni caso, mi sento di consigliarLe di rivolgersi al Suo legale di fiducia affinchè invii un formale sollecito all’assicurazione.
      Quanto ai passaggi successivi, saprà consigliarLe lui ciò che Le conviene maggiormente, potendo analizzare da vicino la situazione.
      Colgo l’occasione per invitarLa a seguire le nostre pubblicazioni sul blog e sulle pagine social!
      Cordiali saluti,

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  34. Gentile Avv. Laura
    Sono il papà di una ballerina che ahimè lo scorso 15 gennaio 2018 ha subito un infortunio presso la Scuola di Danza che tutt’ora frequenta. Al momento dell’infortunio fu posizionato del ghiaccio che alleviò, momentaneamente, il dolore e non fu trasportata presso alcun presidio ospedaliero poiché si riteneva che si trattasse di un trauma contusivo, usuale per chi pratica sport.
    Ma visto il persistere del dolore in data 17.01.2018 decidemmo a questo punto di far visitare mia figlia da uno Specialista in Ortopedia e Traumatologia, il quale prescriveva un “controllo con RM del ginocchio sinistro”. Non convinti successivamente ascoltammo il parere di altri due specialisti in ortopedia.. Esito: Ricovero e successivo intervento di “Artroscopia del ginocchio, meniscectomia mediale selettiva gin sx, ricostruzione lca gin sx..
    Ad oggi mia figlia ha superato questo periodaccio, ma in compenso l’assicurazione ha determinato una situazione di stallo precludendo qualsiasi forma di indennizzo con la seguente motivazione: Non risulta prodotto il certificato di PS,  documentazione strettamente necessaria per la prova del nesso causale, benché è stata prodotta a suo tempo una dichiarazione sia dal titolare della palestra che testimoni.
    Come devo comportarmi? È possibile tutto ciò?
    Grazie per la cortese attenzione

    Rispondi
    • Gentile Mario,
      non mi è chiaro se effettivamente il certificato del pronto soccorso sia stato prodotto o meno.
      Infatti, oltre che della dichiarazione dei testimoni e del titolare della palestra, la compagnia assicurativa necessita dei documenti relativi al ricovero da cui risultino chiaramente i danni che Sua figlia ha riportato, sia ai fini della determinazione del nesso causale ma anche e soprattutto ai fini della determinazione dell’indennizzo.
      Cordiali saluti,

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  35. Gentile Avv. Laura, grazie per la sua celere risposta.
    Allo scopo di essere più preciso, confermo che la sera del 15 gennaio, non portammo mia figlia al pronto soccorso, pensando si trattasse di una semplice contusione, e quindi nessun certificato di P.S., solo il 17 gennaio peggiorata la sintomatologia ci siamo avvalsi di varie consulenze specialistiche, che hanno riscontrato mediante varie risonanze la diagnosi di cui sopra. Il 13 aprile 2018 mia figlia è stata operata presso una struttura specializzata e successivamente sottoposta ad un preciso ciclo di terapie (Kinetec e FKT riabilitativa).
    Quanto sopra tutto documentato con relativi certificati, referti di indagini strumentali, cartella clinica, certificati di terapie ecc.
    Manca solo il certificato di P.S., in quanto non si pensava dover affrontare un iter di risarcimento assicurativo. A questo punto, può l’assicurazione respingere la nostra richiesta di indennizzo solo perché non c’è il certificato di P.S.? Non risulta essere una clausola vessatoria?
    Grazie per la sua cortese attenzione

    Rispondi
    • Ciò che è necessario accertare ai fini della valutazione circa la risarcibilità del danno è la sussistenza del danno e il nesso di causalità. Indipendentemente dal fatto che la lesione sia stata accertata dal PS o da altre strutture nei giorni successivi, se, analizzate le dinamiche, la compagnia assicurativa ha ritenuto che il danno riportato da Sua figlia rientri tra le casistiche meritevoli di risarcimento, sarà sufficiente la documentazione di cui dispone ai fini della prova e a supporto della Vostra pretesa.
      Cordiali saluti,

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  36. Buongiorno Avvocato,
    le presento il mio accaduto.
    Lo scorso marzo 2018 durante un esercizio in sala pesi ho subito l’amputazione della falange distale del dito medio della mano destra. Subito chiamata l’ambulanza, operazione immediata ed impossibilità di ricucire il pezzo di arto.
    Ho aperto l’infortunio in cui dichiaro che l’esercizio svolto mi è stato indicato (purtroppo solo verbalmente) dall’istruttore. Il giorno dell’incidente tale istruttore non era presente in sala, ma c’era, proprio accanto a me, un altro istruttore.
    L’assicurazione non ha mai voluto darmi una copia della polizza assicurativa, neanche dopo essermi rivolta ad un legale.
    Dopo un anno di documentazione e perizie da parte del mio e loro medico legale, l’assicurazione sta temporeggiando ulteriormente perché comincia ad affermare che l’accaduto non rientra nelle coperture della polizza.
    I miei dubbi sono:
    1. È possibile che dopo un anno l’assicurazione cominci a paventare questa possibilità? Se fosse stata sicura di non essere responsabile del rimborso, come mai ha atteso un anno?
    2. Nel caso di un processo civile, le controparti saranno i 2 istruttori e i responsabili della palestra?
    3. Ci sono già sentenze riguardo un caso similare?
    La ringrazio della disponibilità.
    Alessia

    Rispondi
    • Gentile Alessia,
      non mi è chiara la dinamica del Suo incidente. Da cosa è stato causato? Da un errore nello svolgimento dell’esecizio o da un guasto di un macchinario?
      Come abbiamo più volte illustrato, la responsabilità a carico della palestra si configura solo in determinate circostanze, quali danneggiamenti provocati da macchinari difettosi o da danni della struttura.
      In tutti gli altri casi è necessario riuscire a fornire la dimostrazione, anche per testimoni, dell’imprudenza dell’istruttore che abbia erroneamente assegnato esercizi non adeguati alla preparazione fisica dell’atleta o al suo stato di salute.
      Pertanto è possibile che la compagnia assicurativa abbia effettuato un’indagine in tal senso e abbia escluso la risarcibilità del danno.
      Le consiglio, comunque, di farsi assistere da un avvocato che, analizzata la situazione da vicino e avendo accertato il Suo diritto ad ottenere un risarcimento, saprà consigliarLe la strada più idonea da intraprendere.
      Resto a disposizione per eventuali ed ulteriori chiarimenti.

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  37. Buon giorno Avvocato, purtroppo mi e recentemente successo di rompere uno secchio nella palestra che frequento; mi è stato chiesto ai sensi dell’art. 2043 del C. C. di risarcire il danno provocato mentre eseguivo delle trazioni ad una barra appesa al muro, preciso che:
    • La barra di trazione e posta ad una altezza irraggiungibile se non con l’ausilio di una, due, e in certi casi tre pedane sovrapposte, a seconda dell’altezza del l’utente che la utilizza; nel mio caso servono due pedane sovrapposte l’una su l’altra, la mia altezza e di 187 cm;
    • Il vostro personale addetto alla sala e a conoscenza dell’utilizzo della sovrapposizione delle pedane per l’utilizzo dell’attrezzo, e mai sono state date indicazioni diverse e/o avvertimenti/richiami sul modo di accesso alla barra
    • L’utilizzo di pedane sovrapposte per l’accesso alla barra è un rischio implicitamente accettato dalla palestra.
    Oltre a questo mi domando come sia possibile che gli specchi non siano infrangibili, non c’è una norma di riferimento, oggi siamo qui a discutere di danni materiali, ma c’era la forte possibilità che mi facessi parecchio male dato che le schegge di vetro erano di 30/40 cm e acuminate; potrei inoltre rifiutarmi di pagare in base all’ art. 2051 del C.C. o altri indicati da lei. Posso inoltre pretendere la sostituzione di tutte le superfici riflettenti con specchi infrangibili.
    La ringrazio anticipatamente per la sua gentile risposta.

    Rispondi
    • Gentile Andrea,
      la questione da Lei sottoposta presenta dei profili che meriterebbero un approfondimento.

      Innanzitutto, Le ricordo che la responsabilità di cui all’art. 2043 del codice civile (responsabilità extracontrattuale) si configura in presenza di tre elementi: fatto materiale (evento dannoso che provoca un risultato lesivo), ingiustizia del danno (lesione di una situazione soggettiva meritevole di tutela) e elemento soggettivo (che può essere dolo, quindi intenzionalità, o colpa, quindi seppur il danno non fosse voluto, è stato comunque causato dalla violazione delle regole di diligenza, prudenza e perizia).

      In questo caso sarebbe opportuno approfondire la dinamica dei fatti per appurare l’effettiva presenza dell’elemento “colpa” a Suo carico, valutando se invece non si possa individuare una qualche forma di responsabilità a carico della palestra la quale, consentendo l’utilizzo di pedane sovrapposte per l’utilizzo della barra di trazione, accetta implicitamente che i suoi utenti, di fatto, corrano dei rischi.

      Questo è quanto possiamo ipotizzare in primo esame, ma La invito ad avvalersi dell’assistenza del Suo legale di fiducia che avrà modo di approfondire la questione e saprà certamente consigliarLa nel modo migliore.

      Cordiali saluti,

      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  38. Buongiorno Avv. Laura,
    ho letto i vari articoli e la ringrazio anticipatamente per quello che ha scritto sopra.
    Io due settimane fa, mentre svolgevo un esercizio alla lezione di Pilates con l’elastico, ho avuto delle abrasioni e delle lesioni all’occhio sinistro, lo stesso mi è sfuggito dal piede ed è andato a sbattere fortissimo sull’occhio. Sono andata subito al pronto soccorso dove mi hanno lasciato un referto medico con le lesioni e abrasioni di cui parlavo nelle righe prima, per fortuna ho ripreso la vista che si era abbassata a 3/10. Ho tenuto fasciato l’occhio e fatto una cura ma dopo un po di giorni mi sono comparsi dei coaguli di Sangue, che ancora ho. Ho contattato la palestra e mi hanno detto che non siamo coperti per questi sinistri ma sono se ci casca in testa un soffitto o una parete…
    é possibile quindi non aver un risarcimento per un infortunio del genere?
    Grazie per il supporto

    Rispondi
    • Gentile Alessandra,
      purtroppo quanto Le è stato detto dalla palestra è corretto: come ho spiegato ad altri utenti che mi hanno sottoposto un caso simile al Suo, la responsabilità della palestra in caso di infortunio di un utente si configura solo nell’ipotesi in cui il danno derivi da danneggiamento della struttura (come Le dicevano, nel caso in cui dovesse crollare un pezzo di soffitto) o nel caso in cui si dovesse riuscire a dimostrare che l’esercizio che stava svolgendo su indicazione dell’istruttore non era di fatto adeguato alla Sua preparazione atletica e alla Sua condizione fisica: purtroppo non mi sembra, da quanto mi dice, che si possa ricondurre il Suo caso ad alcuna di queste ipotesi.
      Resto a disposizione per qualsivoglia chiarimento.
      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  39. Salve vorrei una informaziome io mi sono fatto male in palestra alzando pesi e mi sn fratturato due vertebre l4 l5 . Al momento del accaduto non ho sentito dolore e sono andato al pronto soccorso dopo 4 giorni per che poi sentivo parecchi disturbi… mi avvicino in palestra per chiedere qualche risarcimento della palestra o assicurazione e mi e stato detto di no per che sarei dovuto uscire col ambulanza o avvertire qualcuno ma non sentendo molto dolore non ho detto niente a nessuno e sono andato via ….e quindi non mi credono ,cosa posso fare? Non ho ne anche testimoni per che non conosco nessuno …grazie in anticipo

    Rispondi
    • Gentile Francesco,
      purtroppo non posso che confermare quanto Le è già stato riferito dalla palestra. Infatti, affinché si possa chiedere ed ottenere un risarcimento del danno subito durante l’allenamento, è necessario provare che l’infortunio sia stato conseguenza di un difetto nella struttura della sala o degli attrezzi (malfunzionamento per esempio di un tapis roulant che provoca una caduta o un pezzo di soffitto che si stacca). Altrimenti, bisogna dimostrare che l’esercizio assegnato dall’istruttore non era in linea con la propria preparazione atletica o con le proprie condizioni di salute, eventualmente anche mediante testimoni.
      In questa ipotesi però, da quanto ha brevemente descritto, non si ravvisano gli estremi per intraprendere un’azione legale contro la palestra.
      Le consiglio in ogni caso di rivolgersi al Suo avvocato di fiducia per un parere più approfondito con riferimento al Suo caso specifico.
      Cordiali saluti,
      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  40. Buongiorno,il 22 marzo mentre facevo un esercizio in palestra con i manubri del bilancere questo in un momento di pausa riposo per ricominciare si e’ staccato colpendomi fortemente alla testa e causandone la rottura con fuoriuscita di sangue,al momento del sinistro non c’era ne proprietario ne istruttore in sede ma solo 3 o 4 ragazzi che si allenavano.Sono andata via in ambulanza con prognosi di 10 giorni piu altri 20 per trauma cranico non commotivo ma formazione di petecchia emorragica a tutt oggi sono alla terza tac di controllo .L avvocato mi dice che non essendoci testimoni che visivamente hanno visto cadere l’attrezzo non ho speranze ,loro non rispondono alle pec e neppure pare l avvocato di parte.Che mi consiglia?vorrei recuperare le mie spese vive,non perderci altri soldi.Grazie

    Rispondi
    • Gentile Elvira,
      temo che il Suo avvocato abbia ragione. Per quanto riguarda gli infortuni in palestra, la legge parla chiaro: è possibile ottenere un risarcimento dei danni subiti solo nell’ipotesi in cui l’infortunio sia dipeso da un danno strutturale dell’edificio (per esempio da cavo scoperto in cui si inciampa) oppure quando l’istruttore abbia dato istruzioni non in linea con la preparazione atletica dell’allievo.
      In questo caso, è vero che il Suo danno è conseguenza di un malfunzionamento dell’attrezzo, per cui idealmente potrebbe configurarsi una responsabilità a carico della palestra, ma come può dimostrarlo? Come può provare che invece non si è trattato per esempio di un Suo errore nell’esecuzione dell’esercizio?
      Pertanto temo che, in assenza di testimoni, debba rinunciare a far valere la Sua pretesa.
      Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
      Cordiali saluti,
      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  41. Buonasera, mia moglie, effettuando un esercizio con lo step,inseguito alla sua rottura , cadendo si è fratturata il polso con prognosi di 60 giorni ed intervento chirurgico. La palestra ha un assicurazione per il gestore di responsabilità civile contro. Posso essere risarcito? Cosa comprende il risarcimento?

    Rispondi
    • Gentile Giuseppe,
      in linea generale la palestra è tenuta a risarcire i danni derivanti da lesioni riportate dai clienti solo se queste ultime derivino dal malfunzionamento degli attrezzi, da carenze della struttura relative alla sicurezza della stessa o, infine, se siano conseguenza di esercizi svolti su indicazione dell’istruttore quando questi impartisca istruzioni in modo imprudente.
      Certamente il caso di Sua moglie rientra nella casistica sopra elencata, pertanto la palestra sarà tenuta a risarcire il danno arrecato a causa della rottura dell’attrezzo. Le consiglio pertanto di rivolgersi al centro affinché comunichi l’incidente alla propria assicurazione, in modo tale che venga avviata la pratica relativa al sinistro. Il mio consiglio è quello di conservare non solo tutta la documentazione medica, ma anche tutte le prove degli ulteriori danni patiti in conseguenza del sinistro. In particolare, l’assicurazione risarcirà il danno fisico, le spese mediche e tutto quanto correlato alle cure cui si dovrà sottoporre Sua moglie e, in aggiunta, dovrà farsi carico anche delle eventuali “perdite” che derivino dal parziale impedimento motorio: per esempio, se Sua moglie è un artigiano e svolge la propria attività lavorativa manualmente, sarà possibile dimostrare la perdita economica legata alla limitazione nel movimento.
      Resto a disposizione per qualsivoglia chiarimento.
      Cordiali saluti,
      Avv. Laura Citroni

      Rispondi
  42. Gent.ma Avv. Laura,
    complimenti per il suo blog e per i suoi preziosi consigli. Prima di lasciare un commento ho letto tutte le domande e risposte sull’argomento “infortunio in palestra” ma non ho trovato nulla che somigliasse al mio caso.
    Le spiego i fatti così come sono accaduti, cercando di essere abbastanza descrittiva e spero non troppo tediosa!!
    Ad Ottobre scorso sono scivolata nello spogliatoio della piscina, provocandomi tre fratture al bacino.
    Dopo aver fatto la doccia, che si trova al di fuori degli spogliatoio, mi recavo in quest’ultimo per accedere all’armadietto, rivestirmi ed asciugarmi i capelli che erano contenuti nell’asciugamano. Mentre giravo intorno alle panche sono scivolata di schiena, poichè probabilmente era caduto qualcosa in terra (olio per capelli/crema per il corpo) lasciato presumibilmente da qualche signora, lo spogliatoio poco prima era abbastanza affollato poichè c’erano le signore del corso di acquagym.
    Mia sorella, che era insieme a me, è venuta in mio soccorso, cercando di capire come stessi e dove avevo dolore, in poco tempo ho capito che non riuscivo a muovere la gamba sinistra e non riuscivo a sollevare la schiena. E’ scesa giù dalla segreteria una istruttrice che, quasi sostituendosi ad un medico, voleva vedere quale parte del corpo io non riuscissi a muovere. Io l’avevo pregata di non toccarmi, in quanto io stessa non riuscivo a capire da dove partissero i dolori e perchè ero sconvolta dall’accaduto.
    Mi ha piegato la gamba dal ginocchio e visto che non lamentavo dolore, secondo lei si trattava soltanto di uno strappo muscolare, mi diceva di aspettare un pochino distesa in terra e che tra breve mi avrebbe aiutata a rimettermi in piedi ed ad andare via. Ma soltanto alzare la testa e la parte alta del busto, rimanendo a terra, mi provocava dolore e principio di svenimento ed a quel punto ho preteso l’ambulanza.
    La segreteria della piscina non voleva chiamare il 118 dal loro telefono fisso, mia sorella ha preteso che lo facessero, in quanto non dovevamo essere né io e né lei a chiamare, ma la struttura stessa, le hanno poi dato un cellulare ove poi chiamare i soccorsi.
    La mia degenza è stata un mese di immobilità a letto, più un mese per riprendere a camminare. Ho scelto la degenza in casa poichè il medico del pronto soccorso mi diceva che per queste cose non è prevista la degenza in ospedale ma in un luogo di lungo-degenza, laddove, da lì a una settimana, se si sarebbe liberato un posto, mi avrebbero trasferito. Quindi ho dovuto sostenere anche le spese per le ambulanze, di ritorno a casa e per le visite di controllo in ospedale più altre le spese mediche specialistiche che comunque sono tutte documentate.
    Ovviamente è stato aperto il sinistro con l’assicurazione della struttura/piscina, è stato fatto un sopralluogo circa una ventina di giorni dopo l’accaduto, presediuto dal personale dell’assicurazione, il responsabile della piscina (questa persona devo ancora capire che ruolo ha nella struttura se è proprietario o gestore) e mia sorella come testimone del fatto accaduto.
    Dopo poco tempo ricevo una lettera dalla assicurazione con posta prioritaria che mi avvisava che “…. dopo il loro sopralluogo non avevano rilevato insidie invisibili ed imprevedibili e dopo il sopralluogo della donna delle pulizie con il responsabile del centro (avvenuto senza la mia presenza e dopo che il 118 mi aveva portato in ospedale), nessuno di loro ha visto materiali oleosi sul pavimento….” Nella lettera loro non parlano che l’assicurazione non copre gli infortuni, “….ma solo che non esiste nessuna colpa imputabile al personale della struttura stessa….”
    Nei giorni successivi dopo il rigetto da parte dell’assicurazione, mia sorella, ha fatto da sola un sopralluogo minuzioso nello spogliatoio, poteva entrare nella struttura in quanto possiede regolare iscrizione con abbonamenti.
    Nella sua perizia ha notato una insidia, una leggera ma ben percettibile pendenza del pavimento proprio in quel punto dove sono caduta, che deve aver agevolato maggiormente lo scivolare a terra, il tutto è stato documentato da foto.
    Ovviamente nello spogliatoio non vi è nulla che segnalava (al tempo dei fatti) insidie o pericoli, o di richiamo all’attenzione degli utenti di non far cadere nulla in terra.
    Ora Lei cosa mi consiglia?
    Tentare una causa (se ci sono gli estremi) contro il responsabile/proprietario? C’è chi mi ha consigliato di affidarmi ad un perito, ma che tipo di perito dovrei contattare? Non vorrei che poi, intentando una causa, mi toccherebbe pagare anche le spese processuali che mi costerebbero di più di quanto ho già speso per la mia degenza.
    Una cosa del genere non mi era mai capitata e quindi non so propriamente come muovermi.
    La ringrazio anticipatamente di tutti i consigli che vorrà darmi.
    Cordiali Saluti
    F.

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    • Gentile Signora Francesca,

      faccio seguito alla Sua in calce per significarLe quanto segue.
      Per poter valutare la convenienza di un’azione contro la Palestra in questione, generalmente sempre oggettivamente responsabile in qualità di custode della cosa pericolosa, avrei necessità di analizzare tutti gli elementi fotografici a Sue mani relativi al punto della pavimentazione difettoso.
      Analizzata tale documentazione e valutato altresì il peso delle dichiarazioni dei testimoni nella vertenza in questione, avrò degli strumenti utili per poterLa indirizzare verso la strategia difensiva per Lei meno rischiosa.
      Chiaramente, sarà altresì per me indispensabile anche leggere il contratto di assicurazione, in modo tale da poter valutare la possibilità di continuare ad insistere con la medesima, rispondendo così al loro rifiuto.
      Mi preme significarLe ad ogni modo che il fatto che “dopo il loro sopralluogo non avevano rilevato insidie invisibili ed imprevedibili” mi fa dedurre che, allora, vi fossero insidie visibili e prevedibili che ben potevano essere rimosse dalla palestra.
      Premesso ciò, date le poche informazioni a mie mani, se ritiene utile che io approfondisca la questione analizzando i documenti probatori succitati, non esiti a contattarmi per fissare un incontro presso il mio Studio, di cui trova i riferimenti in calce.
      Cordialmente.

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  43. Gentile Avvocato, per 12 mesi sono stato allenato da un personal trainer che mi ha fatto provocato una lussazione alla spalla accertata da varie visite mediche e esami, malgrado le cure a oggi non ho avuto una definitiva guarigione e spesso devo ricorrere a infiltrazioni o ozono terapia.
    ovviamente ho i testimoni che potranno accertare che mi allenavo con questo fantomatico istruttore..
    Purtroppo lo stesso lo pagavo senza che rilasciasse ricevute . Cosa posso fare. Rimango in attesa di suoi commenti .Vincenzo

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  44. Salve. Lunedì sera mentre mi allenavo, mi sono improvvisamente trovato in terra sanguinante, dopo che la stazione per trazioni multifunzione con cavi di trazione su entrambi i lati di allenamento, mi è caduta in testa e mi ha violentemente buttato in terra di faccia,proccurandomi un trauma facciale e pareto occipitale. Non hanno chiamato l’ambulanza, mi hanno solo soccorso sul posto e sono andato al pronto soccorso con la auto di mio fratello. Il giorno dopo, sono andato in palestra per denunciare l’infortunio alla loro assicurazione e apparentemente sono stati gentili, ma siccome tergiversavano le cose, mi sono scaldato un po’ e hanno minacciato che si tuteleranno e a questo punto penso sia meglio farmi assistere da un legale, ma non mi intendo di queste cose. Non ho ancora denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine e spero di essere ancora in tempo. L’assicurazione della palestra mi ha detto che a giorni avrò il numero della pratica, ma non è detto che mi spetti qualcosa. Sono stato dimesso dal pronto soccorso con prognosi di guarigione di 7 giorni, con certificato medico, rinnovabile al bisogno, dal mio medico curante. Vorrei un vostro consiglio sul da fare. Grazie.

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    • Gentile Stefan,
      Innanzitutto mi dispiace molto per quanto Le è accaduto e Le faccio i miei più sinceri auguri per una pronta guarigione.
      Quello che posso consigliarle é naturalmente di conservare tutta la documentazione medica che Le hanno rilasciato in ospedale e che Le verrà consegnata per le eventuali visite future. Si assicuri che l’assicurazione della palestra apra la pratica relativa al Suo sinistro e, se possibile, raccolga le testimonianze di chi ha assistito all’incidente.
      Da ultimo, se ha scattato delle fotografie dell’attrezzo che stava utilizzando, La invito a conservarle a dimostrazione dello stato dello stesso dopo l’accaduto.
      In questa fase stragiudiziale non è necessaria l’assistenza di un avvocato, ma certamente un professionista saprebbe come tutelare al meglio i Suoi interessi.
      Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
      Cordiali saluti,
      Avv. Laura Citroni

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  45. Grazie per la sua risposta e per gli auguri. Purtroppo no, non ero in grado e non ho pensato neanche a scattare foto e il giorno dopo l’attrezzo era al suo posto, verificato dai tecnici e ancorato a dovere, come niente fosse. Aspetto che l’assicurazione mi comunichi il numero del sinistro e ho sporto anche querela per lesioni colpose al mio danno, per tutelare me e anche per prevenire che accada a qualcun altro.

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  46. Salve, sono un gestore di palestra di una associazione sportiva dilettantistica. La mia palestra è frequentata da soci che si allenano autonomamente e nella richiesta associativa ho inserito una digitura firmata dal socio di scarico di responsabilità dell’associazione in caso di danni o infortuni. Quanto questo è valido ai fini legali e penali?
    Grazie

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    • Gentilissimo,
      innanzi tutto il gestore della palestra deve garantire che tutte le attività organizzate si svolgano in piena sicurezza ed in contesti idonei.
      La sua responsabilità potrebbe infatti derivare sia dalla mancanza di cautele nello svolgimento dell’attività sportiva sia dalla scarsa manutenzione degli attrezzi o degli impianti utilizzati dai soci. O, ancora, da uno scarso controllo da parte degli istruttori durante gli orari di attività.

      La sottoscrizione di un modulo di “esonero da responsabilità” sicuramente non può liberare dalla responsabilità penale che non può essere esclusa in forza di alcun patto.

      Per quanto riguarda il civile, l’art. 1229 c.c. ammette un’esclusione di responsabilità in alcuni casi specifici.

      La responsabilità di un gestore di una palestra attiene all’ambito della sicurezza e dell’incolumità delle persone fisiche che viene regolata da norme di ordine pubblico.
      Pertanto, responsabilità non può essere esclusa o limitata da nessun patto che risulterebbe comunque nullo.

      Il modulo che viene fatto sottoscrivere a chi si iscrive in palestra non è idoneo a esonerare la struttura da responsabilità, né civile né tantomeno penale, nel caso di infortunio poiché é un accordo di esclusione preventiva di responsabilità e riguarda un ambito (quello della sicurezza) ampiamente regolato da norme di ordine pubblico.

      La sottoscrizione di tali moduli non importa dunque alcuna rinuncia preventiva ad un eventuale risarcimento qualora si verifichi un infortunio che implica la responsabilità del gestore della struttura.

      Per quanto attiene l’esonero preventivo per eventuali furti non vi è responsabilità solo nel caso in cui tali eventi siano dovuti a colpa del cliente o a forza maggiore.

      In tale quadro normativo la sottoscrizione di un modulo di esonero da responsabilità del gestore della palestra in caso di furto all’interno della medesima non ha alcun valore legale e non implica alcuna rinuncia preventiva al risarcimento.

      Da considerare invece, la responsabilità del socio nel veridicarsi dell’infortunio. In tal caso, il discorso é diverso.
      E’ un argomento che meriterebbe senz’altro di essere approfondito

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  47. Buonasera, alla prima lezione di pattinaggio a rotelle per dilettanti sono caduta all’indietro per salvare la testa ho appoggiato le mani x terra riportando fratture scomposte al radio in entrambi i polsi. Premesso che non ho ricevuto alcuna assistenza da parte dell’istruttrice perché kit pronto soccorso inesistente. In ospedale ci sono andata con mio mezzo privato trasportata da un familiare perché l’insegnante continuava a sostenere che non era nulla di grave ed è stato lo spavento a farmi gonfiare i polsi. Diagnosi ospedale 35gg di gesso polso dx e polso sx. Dopo aver aperto l’infortunio con l’assicurazione scopro che l’indennizzo corrisponde a €200 per frattura, senza neanche il rimborso spese mediche. Vorrei capire se posso rivalermi sull’associazione sportiva in base a questi elementi: 1 istruttore e 1 aiutante per 15 atleti principianti, (oltretutto l’istruttore seguiva tutto il tempo 1 persona perché non se la sentiva di andare sola, l’aiutante seguiva 5/6 di quelli un po’ più bravi e il resto era abbandonato a girare x la pista senza controlli); non ci sono stati forniti in dotazione i paracolpi e infine la pista priva di corrimano o recinzione come base d’appoggio. Purtroppo però non ho trovato da nessuna parte un regolamento che attesti l’obbligo di quanto sopra citato. N.b: l’infortunio è ancora in corso. Quale strada è meglio prendere per avere un equo risarcimento?

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    • Gentilissima,
      per poterle dare un parere avrei bisogno di avere più informazioni e più dettagli.
      Quello che le posso dire é che certamente potrebbe avere diritto ad un risarcimento maggiore.
      Innanzi tutto dovrebbe far fare una valutazione medico legale che le dia un idea del danno e, soprattutto, di eventali conseguenze.
      PEr quanto riguarda l’ipotesi di risarcimento, potrà certamente agire in giudizio, ma dovrà dimostrare il nesso di causalità tra la lezione di pattinaggio e la causazione dell’evento che non dovrà essersi verifica per sua colpa.
      Anche una semplice egligenza o una disattenzione porta ad escludere la responsabilità della struttura.
      Sarebbe anche interessante sapere se ci sono testimoni che hanno assistito.
      Purtroppo, come le accennavo, per fare una valutazione concreta sarebbe necessario approfondire la situazione

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  48. Buonasera mia figlia agonista si è fatta male in palestra mentre faceva un esercizio di ginnastica artistica.ha avuto uno stiramento ed è dovuta stare a riposo per 10 giorni.Il responsabile della palestra pretende il pagamento totale del mese e non mi consente di recuperare i giorni.Come mi comporto?

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